Come voluto dal presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sono stati desegretati 1123 documenti riguardanti l'assassinio di J. F. Kennedy, avvenuto a Dallas il 22/11/1963.
Tra i documenti, è presente anche un memo interno della Cia in cui si afferma che un suo operativo, John Gary Underhill, aveva detto che all'interno dell'Agenzia era presente un gruppo di uomini coinvolto in traffici illeciti di narcotici, armi e altri materiali, e nel ricatto di alcuni politici.
Il giorno dopo l'assassinio di Kennedy, Underhill, visibilmente scosso - come dichiarò un suo amico - si presenta alla sua porta la sera tardi e gli parla del suo segreto prima di lasciare Washington in tutta fretta. Gli amici lo consideravano una persona equilibrata, ma in quel caso diedero poca importanza a quanto aveva detto. Non fece così l'Agenzia che prese sul serio quelle affermazioni iniziando un'indagine interna.
Secondo Underhill. Kennedy fu eliminato perché, una volta appurata la verità dei fatti, avrebbe scoperchiato il vaso di Pandora, con tutte le conseguenze del caso.
Underhill fu trovato morto l'8 maggio 1964. La morte fu archiviata come suicidio, ma con molti dubbi. L'uomo si sarebbe sparato un colpo di pistola in testa: il foro d'entrata avrebbe perforato il cranio sotto l'orecchio sinistro, ma Underhill era destrorso e la pistola fu rinvenuta sotto il fianco sinistro.
Una nota interna dell'Agenzia annotava: “Come apparato di spionaggio, la CIA è un alveare di gruppi autonomi che operano senza un reale controllo centrale”, prendendo così seriamente, i memo su Underhill. Sempre la CIA in quel memo, mette in dubbio la tesi del suicidio del suo agente.
Fonti:
en.wikipedia.org/wiki/John_Garrett_Underhill_Jr.
www.newsweek.com/cia-responsible-jfk-assassination-garry-underhill-2047111
www.archives.gov/files/research/jfk/releases/2025/0318/104-10170-10145.pdf