PALERMO - (Ernesto Genoni) - «Ciao sono un pellegrino, ma soprattutto sono un discepolo di Gesù che ha da compiere una grande missione, ma ognuno di noi deve compiere una grande missione e per questo che dobbiamo prenderci ciascuno le nostre responsabilità perché ogni professione deve svolgere un lavoro per il proprio bene e soprattutto per il bene di tutti quanti. Come fratello vi auguro in ogni momento serenità pace e tanta pazienza. Non scoraggiatevi mai e andate sempre avanti, scavalcando così qualunque ostacolo potrete incontrare in questa vita».
Questa il testo che fratel Biagio, all’inizio della sua missione, soleva scrivere su un foglietto di carta per donarlo a chi incontrava nei suoi pellegrinaggi e oggi, a imperitura memoria, inciso sulla lastra marmorea con mosaico della sua tomba, situata all’interno della “Casa di Preghiera per tutti i Popoli”.
Biagio Conte (Palermo, 16 settembre 1963 – Palermo, 12 gennaio 2023) è stato un missionario laico italiano, già eremita, conosciuto come Fratel Biagio, ha fondato la "Missione di Speranza e Carità" di Palermo per cercare di rispondere alle drammatiche situazioni di povertà ed emarginazione della gente della sua città natale e all'evangelizzazione ha dedicato la sua vita.
«Sono felice di questa comunione con l’imprenditore Giovanni Leonardo Damigella - spiega don Giuseppe Vitrano, successore di fratel Biagio alla guida della Missione Speranza e Carità - egli è sempre pronto a sposare i nostri progetti nella gratuità».
“Fratel Biagio camminava, o Padre, lungo le nostre strade – e continuerà ancora a farlo – per donarci la certezza del tuo sorriso, della tua accoglienza, della tua giustizia, della tua preferenza per i poveri. - così il Mosignor Corrado Lorefice, Arcivescovo di Palermo, nell’omelia per il suo funerale - Il suo sorriso, il sorriso di Biagio: sommesso e splendente, chiaro e profondo, intimo e aperto. Quel sorriso, o Padre, portava il segno della tua presenza, era una luce in cui riposare, uno spazio che ci era (e ci è) donato per vedere, con gli occhi del cuore, un’immagine del tuo sorriso accogliente sul mondo. Non il sorriso di circostanza di chi come noi tante volte preferisce l’ipocrisia alla verità. Non il sorriso superficiale e bonario di chi non discerne, di chi fa passare tutto, giustifica ogni cosa. Non il sorriso di chi si schermisce per non compromettersi. Bensì il sorriso di chi comprende il faticoso travaglio del mondo, di chi è pronto a dedicare la sua cura benevola ad ogni creatura e però su tutte predilige quelle che gli altri dimenticano, quelle che la storia calpesta: i più poveri, i più fragili, quelli che si sono smarriti e – come a Biagio stesso era accaduto – sono alla ricerca di una “via altra”. Per dire loro: io sono con voi, io non vi abbandono, io sorrido sulla vostra vita e la abbraccio, la assumo, la porto in grembo. E l’ingiustizia non sarà l’ultima parola. Perché Fratel Biagio, Padre, tu lo sai, era un lottatore. Un mite, potente lottatore. Lottava con l’arma del digiuno per tendere al massimo la sua forza umile e non violenta.”
La lapide è stata realizzata con una semplice lastra di marmo verde Guatemala; il verde, colore della speranza, era tanto amato da Fratel Biagio ed era anche il colore del suo saio. La lastra marmorea è stata realizzata a Chiaramonte Gulfi ed è stata donata dall’imprenditore Giovanni Leonardo Damigella. La lastra copre interamente il loculo della tomba di fratel Biagio, che rappresenta per Palermo un luogo di speranza, di carità e di introspezione ed è continuamente meta di pellegrini di tutto il mondo, dal Belgio all’Argentina, dall’Inghilterra agli Stati Uniti, da Milano a Catania. La lastra è alta un metro e larga 2,40 metri. Al centro campeggia un ovale, con un mosaico che riproduce il logo della missione di fratel Biagio. Al centro c’è un tronco: rappresenta il fratello in difficoltà, poi un germoglio, simbolo della nuova vita, della speranza, che il missionario con il suo amore cerca di fare nascere. Tutto questo però non è possibile senza l’aiuto dello Spirito Santo, rappresentato dalla colomba che vola verso il sole, la luce, la rinascita.
L’ovale è stato realizzato dai giovani della cooperativa sociale Pietrangolare, anch’essa con sede a Chiaramonte Gulfi, che impegna una decina di ragazzi con disabilità nella realizzazione di mosaici, gioielli di pietra e bassorilievi.
La cooperativa è stata fondata nel 2014 dallo stesso Giovanni Leonardo Damigella, con l’obiettivo di permettere un impegno concreto in un lavoro o in un’attività per le persone con disabilità, con un progetto imprenditoriale che unisce profit e no-profit. La realizzazione dei mosaici è una delle attività principali. Le attività sono coordinate da Ilenia Amarù e Alessandra Calafiore. «Realizzare e donare questa lastra alla Missione Speranza e Carità è stata una gioia per tutti noi – afferma Giusy Damigella, presidente di Pietrangolare – Lega, in qualche modo, il nostro lavoro quotidiano con questi giovani alla grande missione di Fratel Biagio. I ragazzi che hanno lavorato al mosaico lo hanno fatto con grande dedizione ed entusiasmo. Questo mosaico rappresenta il nostro grazie per questo grande uomo del nostro tempo».
Altri mosaici erano stati realizzati otto anni fa per la "Casa di Preghiera per tutti i popoli". I giovani della cooperativa Pietrangolare realizzarono i mosaici dell’altare e delle due cappelle adiacenti, che raffigurano Gesù e i dodici apostoli.
Tante le opere realizzate per i suoi ultimi e numerosi i pellegrini che ogni giorno giungono a Palermo da ogni parte d’Italia sulla tomba di fratel Biagio, per rendere omaggio ad un sant'uomo che lottava per insegnarci che è possibile combattere ogni forma di violenza e non essere violenti, portare la Croce di Cristo e la croce del povero, soffrire e donare gioia e speranza.
(In foto fratel Biagio , nei riquadri don Giuseppe Vitrano con fratele Biagio, e la lapide donata)