Almeno 15 i bambini morti negli ultimi giorni a Gaza per malnutrizione e disidratazione
Donatella Rovera, ricercatrice di Amnesty International, ricorda che Israele, in quanto potenza occupante, è obbligata, ai sensi del diritto internazionale, a soddisfare i bisogni della popolazione del Paese che occupa. Israele controlla ciò che entra a Gaza sotto forma di cibo, forniture mediche e aiuti umanitari.
"Ci sono prove concrete - ha dichiarato Rovera - che contraddicono qualsiasi dichiarazione fatta dalle autorità israeliane sull'uccisione di 117 palestinesi mentre il 29 febbraio cercavano di prendere aiuti alimentari",
facendo anche presente che le autorità israeliane impediscono ai funzionari dei diritti umani e ai giornalisti di entrare a Gaza per svolgere indagini indipendenti.
Ma non è un caso. La carenza di cibo, acqua medicine e quant'altro sia necessario alla sopravvivenza delle persone imprigionate nella Striscia di Gaza è gestita con una regia attenta da parte di Israele, sia per motivi genocidari, che per motivi politici... in pratica come doppia arma per uccidere i palestinesi e per tenere in scacco la comunità internazionale, soprattutto in funzione del "dopo guerra".
Intanto, alle decine di migliaia di palestinesi assassinati dallo Stato ebraico dal 7 ottobre utilizzando armi di ogni tipo, si stanno aggiungendo anche i morti per fame e le prime vittime sono i bambini. Secondo il ministero della Sanità di Gaza sarebbero almeno 15 quelli morti negli ultimi giorni per malnutrizione e disidratazione presso l'ospedale Kamal Adwan di Gaza City, ospedale che, come ha ricordato il suo direttore, è ormai impossibilitato a prestare qualsiasi tipo di soccorso.
Comunque, al momento, lo sterminio dei palestinesi tramite i bombardamenti è il metodo che da più soddisfazione a Israele, come dimostrano i 90 morti e i 117 feriti delle ultime 24 ore... anche a Rafah, dove vi sono rifugiate 1,5 milioni di palestinesi. Un'attività, va ricordato, che non è limitata alla sola Striscia, ma anche ai Territori Occupati dove, però, il numero di morti al momento si conta ancora in centinaia, mentre ha raggiunto 7.340 quello delle persone catturate e detenute nelle carceri israeliane dal 7 ottobre che, però, curiosamente non vengono definite ostaggi.
E a ulteriore conferma della moralità dell'esercito ebraico, Euro-Med Human Rights Monitor ha dichiarato che i carri armati israeliani hanno deliberatamente investito decine di palestinesi nella Striscia.
L'organizzazione umanitaria con sede a Ginevra ha documentato l'uccisione di un palestinese che è stato deliberatamente investito da un cingolato dell'IDFG nel quartiere Zeitoun di Gaza City lo scorso 29 febbraio, dopo essere stato arrestato ed avere le mani legate con delle manette di plastica.
Un altro assassinio documentato ha avuto luogo il 23 gennaio, quando un carro armato israeliano ha investito una famiglia che dormiva in una roulotte nella zona delle Torri Taiba, a Khan Younis, provocando la morte di un uomo e della figlia maggiore, oltre al ferimento degli altri tre figli e della moglie.
Intanto, al Cairo è giunta una delegazione di Hamas per incontrare i mediatori qatarioti, egiziani e americani per discutere il cessate il fuoco che avrebbe come obiettivo una sospensione del conflitto di sei settimane, in cui, oltre allo scambio di prigionieri e l'invio di maggiori aiuti umanitari nella Striscia, si dovrebbero tenere anche colloqui per arrivare ad un cessate il fuco definitivo.