Molte saranno le conseguenze dell'uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea in campo economico e finanziario. Ma la Brexit inciderà molto anche sulla vita quotidiana dei sudditi di sua maestà e degli altri cittadini europei. Molte cose che fino ad oggi abbiamo dato per scontate potranno essere destinate a cambiare. Vediamo cosa potrà accadere in alcuni settori importanti dal punto di vista dell'economia e del costume.

 

Attività produttive
Uno dei settori ad essere più colpiti sarà l'industria automobilistica, che dà lavoro a circa 800 mila persone, con un fatturato di 15 miliardi di sterline. Dal momento che gran parte della produzione è destinata all'esportazione, l'introduzione di tariffe doganali determinerebbe costi insostenibili.

Toyota, che conta 3.500 dipendenti, aveva già annunciato licenziamenti in caso di Brexit e, nello stesso senso, si sono espresse anche Ford e Rolls Royce, quest'ultima di proprietà della BMW.

Ci saranno tagli anche nel settore finanziario, con JP Morgan (19.000 dipendenti) che ha già detto di voler ripensare la sua attività nel Regno Unito. Molte banche potrebbero spostare il loro quartier generale da Londra con destinazione Francoforte, Dublino o Lussemburgo.

D'altra parte le piccole imprese devono affrontare attualmente costi molto elevati per adeguarsi alle norme europee. L'addio all'Europa significa una riduzione dei costi, una maggiore competitività e fatturati più alti.

Gli agricoltori non dovranno più sottostare ai tetti alla produzione di latte e prodotti agricoli, considerati una grave penalizzazione non adeguatamente compensata dagli aiuti comunitari, che pur ammontano a ben 3 miliardi di sterline all'anno.

Gli allevatori potrebbero avvantaggiarsi da una riduzione delle importazioni di carne dal continente con un prezzo più basso grazie ai minori costi di lavorazione.

I pescatori britannici non saranno più soggetti alle quote imposte dalla UE, che stabiliscono la quantità di pescato per ciascuna specie di pesce. Nuovi accordi di pesca dovranno essere siglati con i paesi confinanti.

 

 

Beni e servizi
Il deprezzamento della sterlina causerà un aumento dei prezzi al consumo, con conseguente inflazione e diminuzione del potere di acquisto, a scapito soprattutto dei redditi medi.

Un aumento dei prezzi potrebbe derivare anche da politiche protezionistiche, con dazi volti a limitare le importazioni dal continente di prodotti a basso prezzo, come la carne.

Nuove norme dovranno essere stabilite per quanto riguarda la tutela dei consumatori, dal momento che quelle attuali non sono altro che l'adozione di direttive comunitarie.

 

Occupazione
L'abolizione delle normative dell'Unione Europea potrebbe ridurre il costo del lavoro e indurre molte imprese ad assumere. Questo, insieme alla riduzione del numero di immigranti in arrivo dagli paesi europei, potrebbe determinare un aumento dei posti di lavoro.

D'altro canto grosse multinazionali potrebbero abbandonare la Gran Bretagna per stabilirsi in altri paesi dell'unione. In questo senso si sono già espresse Toyota e JP Morgan. Questo avrebbe ovviamente un impatto negativo sull'occupazione.

Ci sarà la necessità di rinegoziare con i sindacati alcune normative sul lavoro, attualmente imposte dall'unione, come i 20 giorni di ferie minimi all'anno, il tetto di 48 ore settimanali, la durata della pausa pranzo e del periodo di maternità.

 

Reddito
L'uscita dal mercato unico determinerebbe una caduta del prodotto interno lordo dell'1,5%, con conseguente calo del reddito medio. Ad essere particolarmente colpita sarebbe quella parte della popolazione che ha un reddito medio.

Una minore disponibilità finanziaria causerà un calo del prezzo degli immobili, su cui inciderà negativamente anche il clima di incertezza sull'andamento dell'economia e un calo della domanda, conseguente al calo dell'immigrazione e alla perdita da parte di Londra della attuale condizione di centro finanziario internazionale.

 

Soggiorni all'estero
Ci si chiede cosà accadrà ai cittadini britannici attualmente residenti negli altri paesi europei, soprattutto Irlanda, Spagna e Francia. Difficilmente, però, saranno espulsi.

Nuovi accordi bilaterali saranno necessari per la libera circolazione di mano d'opera fra Gran Bretagna e il continente.

Lo stesso varrà per l'assistenza sanitaria dal momento che i cittadini britannici residenti all'estero non potranno più beneficiare automaticamente dei servizi sanitari del paese ospitante, non essendo più cittadini comunitari.

Problemi potranno esserci anche per i 3 milioni di cittadini UE attualmente residenti in Gran Bretagna, che potrebbero essere trattati alla stregua di extra-comunitari.
Difficoltà sono ipotizzabili anche per i ricongiungimenti familiari.

 

Istruzione
Potrà essere preclusa agli studenti inglesi la partecipazione al programma Erasmus di scambi universitari. Inoltre studenti europei intenzionati a frequentare università britanniche non potranno più beneficiare di un pari trattamento rispetto ai loro colleghi residenti, sia in termini di costi della retta che di borse di studio, come previsto dalle norme comunitarie.

Ostacoli potranno aversi anche per i docenti europei che vorranno insegnare in università inglesi. Attualmente sono oltre il 15% del corpo accademico.

La Gran Bretagna non potrà più beneficiare dei finanziamenti alla ricerca previsti dal programma Horizon 2020 (ben 67 miliardi di sterline nell'arco di sette anni), che solo nel 2014 ha significato un introito di un miliardo di sterline.

 

Turismo
In futuro per recarsi oltremanica anche per brevi periodi potrà essere necessario farsi rilasciare un visto d'ingresso. Potrà esserci, però, un aumento del turismo grazie alla moneta più debole.

Compagnie low-cost come EasyJet, che hanno beneficiato dello spazio aereo unico garantito dalla UE e hanno abbassato drasticamente il costo del biglietto, potrebbero essere costrette a rivedere la loro politica dei prezzi.

Anche i costi di roaming, recentemente aboliti per una direttiva comunitaria, potranno essere reintrodotti in UK.

In compenso, potranno riaprire i duty-free shop alla frontiera fra Gran Bretagna e UE, una buona notizia per coloro che intenderanno acquistare alcolici, cosmetici e sigarette.

 

 

Sport e spettacolo
Calciatori comunitari che militano nei club inglesi potranno essere costretti a ritornarsene in patria, se non avranno i requisiti per ottenere un permesso di lavoro.

L'industria cinematografica britannica dovrà dire addio ai finanziamenti comunitari, un fatto non trascurabile dal momento che molti film inglesi, fra cui anche alcuni che hanno ricevuto la nomination agli Oscar, sono stati resi possibili grazie a fondi europei.