Vincenzo Musacchio: “La nostra Costituzione impone l’arresto di Netanyahu, Gallant e Deif qualora mettessero piede in territorio italiano”
Il mandato di arresto per crimini di guerra contro Netanyahu, Gallant e Deif avrà anche valore simbolico ma riconosce giuridicamente che le condotte di guerra di Israele commesse a Gaza violano il diritto internazionale penale.
I giudici all'unanimità hanno concordato sull'emissione dei mandati di arresto, richiesti a maggio, per il premier israeliano Benjamin Netanyahu, l'ex Ministro della Difesa Yoav Gallant e il leader di Hamas Mohammed Deif. Sono accusati crimini di guerra nell'ambito del conflitto in Palestina e Gaza.
L'emissione ufficiale dei mandati ha confermato quello che abbiamo sempre detto soprattutto in merito all’assoluta sproporzionalità dell’invocata legittima difesa di Israele.
Ricordo che La Corte Penale Internazionale non è da confondere con la Corte Internazionale di Giustizia dell'ONU, sempre con sede a L'Aia: la prima non fa parte delle Nazioni Unite e, in breve, si occupa di giudicare persone fisiche, la seconda, invece, si esprime e giudica gli Stati.
Premesso questo, voglio ricordare ulteriormente che un Comitato Speciale dell'ONU dedicato alla questione israelo-palestinese ha già confermato, tramite alcuni report, la compatibilità con il genocidio delle azioni militari di Israele a Gaza.
I mandati di cattura e arresto della CPI forse rimarranno inefficaci, ma senza dubbio alcuno hanno peso politico e risonanza mondiale anche se l'organizzazione non è riconosciuta dalle principali potenze mondiali (Stati Uniti, Cina, Russia, India e Israele stessa).
Di là dalla questione più prettamente giuridica, concretamente la Corte non possiede alcun mezzo di coercizione per spingere i Paesi (anche quelli che ne riconoscono l'autorità) a cedere alle sue richieste e ai suoi mandati di cattura e arresto.
In Italia però ricordo che vige ancora la Costituzione repubblicana che all’art. 10 imporrebbe alle autorità a ciò deputate di arrestare Netanyahu, Gallant e Deif qualora mettessero piede nel territorio italiano. Qualsiasi interpretazione diversa da questa violerebbe la Costituzione e il principio di legalità internazionale.