Proviamo a riassumere in breve i fatti. La Procura di Perugia indaga sulla possibile corruzione del magistrato Luca Palamara.
Grazie ad un "trojan" installato sul suo telefono, gli inquirenti vengono a sapere di contatti tra politici, correnti della magistratura e membri del CSM. Il tutto quando si deve decidere la nomina del nuovo Procuratore capo di Roma, che dovrà succedere a Giuseppe Pignatone.
Nel CSM, il numero di magistrati che hanno fatto un passo indietro (tra dimessisi e autosospesi) in seguito alle notizie uscite sui media è arrivato finora a 5, un terzo dei componenti dell'organo che "dovrebbe" supervisionare l'operato dei magistrati.
Sono Gianluigi Morlini e Luigi Spina di Unicost, Paolo Criscuoli, Antonio Lepre e Corrado Cartoni di Magistratura indipendente.
A fare da pontiere tra politici e magistrati sarebbe stato il Pd Cosimo Ferri - leader di fatto di Magistratura Indipendente, in passato vicino al centrodestra oggi componente (tra l'altro) della Commissione Giustizia della Camera, eletto nelle fila del Partito Democratico dopo le passate esperienze nei governi Letta, Renzi e Gentiloni - insieme al renzianissimo Luca Lotti.
Tutti costoro si sarebbero ritrovati assieme in un dopo cena in un albergo romano. Secondo i protagonisti l'incontro sarebbe avvenuto casualmente, ma nessuno è stato in grado di giustificare la presenza di Luca Lotti.
Secondo i media, invece, l'incontro non sarebbe stato per nulla casuale e si sarebbe parlato della nuova nomina a Procuratore capo di Roma.
Da ricordare, dulcis in fundo, che l'attuale procuratore Giuseppe Pignatone ha chiesto il rinvio a giudizio per Luca Lotti.
Come evidenziano anche le sole frequentazioni, al di là delle motivazioni reali che vi sono alla base, la vicenda non è certo un gran biglietto da visita per il nuovo Pd di Zingaretti che, al di là di dichiarazioni di facciata in cui parla di riforma del CSM e della necessità di preservare comunque il principio di autonomia dei diversi "corpi istituzionali", altro non ha aggiunto... almeno in pubblico. Quanto accaduto, dimostra come anche l'attuale Pd rimanga sotto la nefasta influenza della "piovra" Renzi.
Per il momento, è rimasto in silenzio anche il presidente del CSM, il capo dello Stato Sergio Mattarella, che in questi giorni ha però ricevuto al Quirinale il Presidente dell'Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone, e il Ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede.