Il presidente del Senato, Ignazio La Russa, un paio di giorni fa dichiarava di aver partecipato alla "celebrazione del Precetto Pasquale promosso [sic!] dall'Ispettorato di Pubblica Sicurezza del Senato presso la Chiesa di Sant'Ivo alla Sapienza, con il Capo della Polizia, Lamberto Giannini e il Dirigente dell'Ispettorato di P.S. del Senato, Luigi Carnevale".
Ma è sicuro?
Vien da chiederselo perché, a regola, il precetto pasquale, fino a poco tempo fa era l'obbligo che ha ogni cristiano di ricevere la comunione durante il tempo pasquale, che va propriamente dalla domenica di Pasqua a quella di Pentecoste, ma può essere che il Cappellano coordinatore vicario della Polizia di Stato, Angelo Maria Oddi, lo abbia esteso a addirittura a prima della Domenica della Palme.
Perché questa introduzione?
Perché le ultime dichiarazioni rilasciate dalla seconda carica dello Stato fanno trasparire uno stato di confusione mentale, che potrebbe spiegare le castronerie dette da La Russa sull'attentato di via Rasella, che riescono pure a superare per eccesso quelle della sua capa di partito, l'attuale presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
Che cosa ha detto La Russa nel podcast "Terraverso" di Libero Quotidiano?
Che quanto detto da Meloni su via Rasella è "un attacco pretestuoso" alla premier, perché quando lei "dice uccisi perché italianì sa benissimo che quegli italiani erano stati uccisi per rappresaglia per quello che avevano i partigiani a via Rasella. Tutti sanno che i nazisti hanno assassinato detenuti politici, ebrei, antifascisti e persone rastrellate a caso, ovviamente non gente che lavorava con loro. Se li deve racchiudere in una sola parola, dice perché italiani. Non si può farne uno scandalo".
Non soddisfatto, La Russa poi precisa:
"L'attentato di via Rasella non è stata una delle pagine più gloriose della Resistenza partigiana, quelli che i partigiani hanno ucciso non erano biechi nazisti delle SS, ma una banda musicale di semipensionati, altoatesini (in quel momento mezzi tedeschi, mezzi italiani), sapendo benissimo il rischio di rappresaglia al quale esponevano i cittadini romani, antifascisti e non".
Nella stessa occasione, La Russa non ha detto se quest'anno parteciperà alle celebrazioni per il 25 aprile, rispondendo così:
"Comunque io non mi sono mai sottratto alle celebrazioni istituzionali del 25 aprile. Quando ero ministro della Difesa andai a rendere omaggio al Cimitero Maggiore di Milano portando dei fiori sulle tombe dei partigiani. Di tutti, anche di quelli rossi, che come è noto non volevano un'Italia libera e democratica perché avevano il mito della Russia comunista. Ma io comunque li ho omaggiati perché sono morti per un'idea e pertanto meritano rispetto".
Le reazioni.
Gianfranco Pagliarulo, Presidente nazionale ANPI:
"Le parole di La Russa sono semplicemente indegne per l'alta carica che ricopre e rappresentano un ennesimo, gravissimo strappo teso ad assolvere il fascismo e delegittimare la Resistenza. Il terzo battaglione del Polizeiregiment colpito a via Rasella mentre sfilava armato fino ai denti stava completando l'addestramento per andare poi a combattere gli Alleati e i partigiani, come effettivamente avvenne. Gli altri due battaglioni del Polizeiregiment erano da tempo impegnati in Istria e in Veneto contro i partigiani. L'attacco di via Rasella, pubblicamente elogiato dai comandi angloamericani, fu la più importante azione di guerra realizzata in una capitale europea. Dopo la Presidente del Consiglio, anche il Presidente del Senato fa finta di ignorare che non furono i soli nazisti a organizzare il massacro delle Fosse Ardeatine, perché ebbero il fondamentale supporto di autorità fasciste italiane".
Elly Schlein, segretaria Pd: "Parole indecenti, inaccettabili per il ruolo che ricopre".
Gianni Cuperlo, parlamentare Pd:
"Questa è la seconda carica dello Stato. Tutto ciò non è degno di un paese come il nostro".
Pier Luigi Bersani: "A pochi giorni dal 25aprile la seconda carica dello stato ribadisce e rilancia le falsità fasciste sulla Resistenza. Mi pare che la campana stia suonando. È ora di dire basta!"
Nicola Fratoianni, Sinistra Italiana:
"I nazifascisti in Italia e in Europa da decenni cercano di insozzare la Resistenza antifascista. L'attuale presidente del Senato va in questa direzione. Parli di meno e studi di più. E insieme a Giorgia Meloni facciano pace con una cosa: da un lato c'erano i nazifascisti e dall'altro partigiani e antifascisti".
Una dichiarazione grave, da parte di una persona che ricopre la seconda carica dello Stato, ricoperta dopo aver giurato sulla Costituzione... antifascista.
E tanto sono gravi le parole di La Russa che subito un suo collega di partito, pardon camerata, Fabio Rampelli, ha pensato bene di sviare l'attenzione dei media sulla vicenda, cercando di veicolarla su di sé presentando alla Camera un progetto di legge per combattere il "forestierismo linguistico"!
In cosa consiste?
Chi continuerà a utilizzare termini non della lingua italiana, innanzitutto nella pubblica amministrazione, rischierà una sanzione amministrativa consistente che oscillerà da 5.000 a 100.000 euro.
Riassumendo... gli antifascisti non si devono nominare perché non sono mai esistiti e se sono esistiti non avrebbero dovuto esistere, per le parole straniere si dovranno utilizzare termini esclusivamente italiani (ad esempio non più sandwich ma tramezzino) e a breve, di conseguenza, per rivolgersi ad uno sconosciuto non sarà più consentito utilizzare il lei ma il voi.
E tutto questo perché i Fascisti d'Italia, pardon... i Fratelli d'Italia sono dei conservatori e non dei fascisti.