Il caso La Regina: non nominare il nome di Israele invano
Parafrasando il secondo comandamento, in politica, è necessario ricordare a coloro che hanno intenzione di candidarsi ad un qualche incarico pubblico di non nominare il nome di Israele invano... mai, perché prima o poi ti verrà rinfacciato.
Ultima vittima di tale disattenzione è un candidato del Pd, Raffaele La Regina. La gravissima colpa da lui commessa sarebbe stata quella di aver scritto su un proprio profilo social il seguente testo:
«In cosa credete di più: legittimità dello Stato di Israele, alieni o al mollicato di Mauairedd? E perché proprio al mollicato?»
La Regina, candidato under 35 al collegio plurinominale della Basilicata, spiega così quanto riportato dal Giornale:
«Il Giornale di oggi mi accusa di negare l'esistenza dello Stato di Israele, richiamando un meme che distrattamente e superficialmente ho rilanciato in un gruppo privato. Si trattava, insomma, di satira, non di una posizione politica. Un gesto comunque sbagliato, per cui chiedo scusa. Ma voglio essere chiaro, non ho mai messo in dubbio la legittimità dello Stato di Israele, né in passato né mai, né il suo diritto a esistere».
Quindi, non è qualcosa che ha scritto lui, ma qualcosa che è stato scritto da altri e che lui ha ripreso. Ma ciò è sufficiente per condannarlo... avendo osato nominare il nome di Israele invano.
Per i più distratti, l'ANP riconosce l'esistenza dello Stato di Israele e persino Hamas, entro determinate condizioni, è disposta a farlo... ma un meme rilanciato da un oscuro candidato dem alle prossime politiche viene spacciato come se questo potesse mettere a rischio l'esistenza stessa dello Stato ebraico.
Non solo altri post inviati da La Regina vengono proposti come se fossero delle autentiche bestemmie: la prova di un evidente antisemitismo del candidato Pd.
Così scrive il Giornale:
"... basta spulciare sul superstite profilo Twitter dell'aspirante parlamentare lucano per trovare altre posizioni controverse sullo Stato ebraico e sul conflitto israelo-palestinese. La Regina, l'11 dicembre del 2017, twittava: «@realDonaldTrump è il peggio potesse capitare al mondo, adesso. #Gerusalemme è luogo sacro per 3 principali religioni monoteiste, occupata in maniera illegale e violenta da #Israele durante la guerra dei 6 giorni. Solidarietà al popolo Palestinese, No Pasaran!», segue bandiera della Palestina. E ancora il 13 aprile del 2017, contro l'ipotesi del gasdotto tra Basilicata e Israele: «#gasdotto tra #Basilicata e #Israele a che scopo? Tramite quale processo democratico?»
In questo caso, che cosa ha scritto La Regina di sbagliato su Israele? NULLA. Ha banalmente scritto ciò che una qualunque persona dovrebbe scrivere sulla guerra dei 6 giorni e su Donald Trump. che ha poi proposto un piano di pace che prevedeva la refalizzazione di un "Bantustan" in Medio Oriente, con la legalizzazione del furto di ulteriore territorio e beni allo Stato palestinese.
E quella dichiarazione, secondo il Giornale sarebbe sbagliata o addirittura antisemita?
L'ignoranza, la malafede, l'ipocrisia, gli interessi politici e finanziari... hanno poi portato la vicenda ad essere utilizzata dalla comunità ebraica italiana, che continua a far finta di non comprendere la differenza tra antisemitismo e antisionismo, e dai soliti politici senza il senso della vergogna (ma altrimenti non avrebbero fatto i politici) che subito si sono gettati sulla "notizia", per raccogliere qualche voto in più. Solo come esempio...
Così Matteo Salvini (Lega): "... Letta si è vantato per la candidatura di alcuni giovani, e proprio uno di loro nega il diritto all'esistenza dello Stato di Israele. Letta è al corrente di chi mette in lista? Letta sa che Raffaele La Regina aveva scritto altri messaggi contro Israele? Perché nessun dirigente del Pd li aveva segnalati e censurati? È normale, nel Pd, auspicare di cancellare lo Stato ebraico dalle mappe geografiche come vorrebbero gli estremisti islamici ed essere candidati?"
Così Maria Elena Boschi (Italia Viva): "Il candidato #Pd La Regina mette in dubbio la legittimità di #Israele. Poi chiede scusa e per una candidatura cambia idea. O finge di farlo. L’antisemitismo va combattuto sempre e ovunque. Solidarietà al popolo d’Israele. Noi siamo orgogliosamente diversi".
Emanuele Fiano (Pd): "Mi scrivete in tanti per chiedere perché non abbia ancora esternato nulla sulle dichiarazioni del candidato del PD La Regina su Israele.Perché la cosa migliore era che dichiarasse e fugasse ogni e qualsiasi dubbio se ve ne fossero mai, il segretario del PD Enrico Letta il quale ha dichiarato: “La posizione del PD su Israele è nota. I due tweet e il meme di Raffaele LA REGINA, risalenti a quando non era candidato del Pd e non rappresentava il PD, non rispecchiano in alcun modo il lavoro e le prese di posizione del Partito Democratico di questi anni, schierato a difesa del diritto a esistere dello Stato di Israele, della sua sicurezza e del percorso di pace"Prima lo stesso La Regina aveva dichiarato: “Ma voglio essere chiaro, non ho mai messo in dubbio la legittimità dello Stato di Israele, né in passato né mai, né il suo diritto a esistere"Ora, la scoperta delle sue vecchie uscite è assolutamente giusta, fa parte del lavoro giornalistico. Furono dichiarazioni gravi ed inaccettabili, non hanno nulla a che fare con la posizione del PD, ne ora ne mai, e la persona in questione si è scusata e le ha smentite. Personalmente io non permetterò mai che il PD abbia una posizione diversa da quella espressa oggi dal segretario nazionale del Partito Democratico".
Questi politici, così come i loro colleghi, però non dicono niente su quale sia la posizione dei loro partiti sull'Apartheid praticato dallo Stato ebraico, denunciato da ben tre diverse organizzazioni internazionali indipendenti sulla base delle leggi varate ed applicate dai governi e dalle municipalità israeliane in violazione delle leggi a tutela dei diritti umani approvate a Roma e riconosciute da oltre 160 nazioni in tutto il mondo, Italia compresa. Lo stesso vale per i poco attenti giornalisti italiani.
E di questo, nessuno si scandalizza.