Dopo le dichiarazioni iniziali che facevano trasparire una sorta di "talebanesimo" 2.0, con il passare dei giorni è ormai evidente che i talebani di oggi continuano ad essere identici a quelli di ieri.

Secondo un documento confidenziale del RHIPTO, Centro norvegese per le analisi globali che fornisce informazioni alle Nazioni Unite, i talebani starebbero effettuando una vera e propria caccia all'uomo andando casa per casa alla ricerca delle persone che hanno lavorato per le forze Nato o per il precedente governo afgano.

E secondo quanto riporta il documento (fonte BBC) i talebani hanno minacciato ritorsioni contro i loro familiari nel caso quelle persone non si consegnino nelle loro mani.

I Paesi stranieri che militarmente erano intervenuti in Afghanistan, secondo un funzionario Nato, avrebbero evacuato finora 18mila afgani, mentre altri 6mila, tra cui ex interpreti, sono in attesa di essere evacuati nelle prossime ore.

Intanto, all'aeroporto di Kabul, si registrano scene drammatiche di madri che consegnano i loro bambini nelle mani dei soldati stranieri perché li portino in salvo, fuori dall'Afghanistan, per sottrarli alla violenza dei talebani che ieri, anniversario dell'indipendenza dai britannici del 1919, sono nuovamente tornati a sparare sulle persone che coraggiosamente erano scese in strada per celebrare la ricorrenza, uccidendone e ferendone così molte, soprattutto nelle città di Asadabad e Jalabad.

In questa situazione, Save the Children ha lanciato un appello alla comunità internazionale per accelerare e semplificare le procedure di visto per gli afgani che desiderano lasciare il Paese.

Inger Ashing, Ceo della ong svizzera, ha affermato che tutti i paesi hanno il dovere, nel rispetto del diritto internazionale, di consentire ai rifugiati la richiesta del diritto d’asilo e garantire trasferimenti sicuri e un rifugio perché possano essere protetti, in particolare i bambini.

Nelle ultime settimane centinaia di migliaia di afghani, tra cui decine di migliaia di bambini, sono fuggiti dalle violenze raggiungendo i paesi vicini. Circa 100.000 persone hanno attraversato l'Iran fino alla Turchia orientale, paese in cui ogni giorno dall’inizio di luglio arrivano tra le 500 e le 2000 persone (fonte: www.voanews.com/europe/turkey-faces-dilemma-afghan-refugees-start-arriving).

Alcuni paesi sono già pronti ad accogliere un certo numero di persone in centri di accoglienza temporanei, mentre altri hanno annunciato di voler mantenere chiusi i propri confini.

Inger Ashing ha affermato anche che i bambini afgani e le loro famiglie che hanno lasciato il Paese nelle ultime settimane devono essere protetti e i loro diritti rispettati secondo il diritto internazionale e dovrebbe esserci una moratoria immediata su tutti i rimpatri forzati dei cittadini afgani:

"È essenziale che in questi primi giorni di crisi i paesi mantengano le frontiere aperte e garantiscano la sicurezza di chi arriva, compresi i bambini fuggiti dalle violenze, e la protezione dei loro diritti. I paesi dovrebbero continuare ad accogliere i bambini afghani e le loro famiglie sulla base dei reali bisogni umanitari e non di limiti prestabiliti. Stiamo assistendo a scene di disperazione in Afghanistan, dove migliaia di persone stanno cercando di lasciare il Paese e non possono farlo, non possiamo abbandonarli. Per di più, mentre ci arrivano notizie di madri che consegnano i propri figli al personale militare oltre il muro dell'aeroporto di Kabul chiedendo loro di salvarli, i paesi chiudono i confini e migliaia di domande di visto non vengono processate.Esortiamo la comunità internazionale a rispettare i propri obblighi nei confronti del popolo afghano e garantire, quindi, immediatamente un trasferimento sicuro fuori dal Paese per i cittadini a rischio. Si devono semplificare e accelerare le procedure per i visti. I governi mondiali non possono sottrarsi ora alle proprie responsabilità".



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