Dopo aver soccorso in mare in tre anni di attività, con l'ausilio di cinque navi, 80mila persone, coordinando i propri interventi con le autorità marittime, nel rispetto delle leggi nazionali e internazionali, adesso scopriamo che Medici Senza Frontiere sarebbe, ne più né meno, un'associazione criminale.

Il giudizio è conseguenza dell'ipotesi di accusa della Procura di Catania, che quest'oggi ha portato al sequestro della nave Aquarius e di alcuni conti bancari di MSF per presunte irregolarità nello smaltimento dei rifiuti di bordo.

In pratica, come dichiara Karline Kleijer, responsabile delle emergenze per MSF, «dopo due anni di indagini giudiziarie, ostacoli burocratici, infamanti e mai confermate accuse di collusione con i trafficanti di uomini, ora veniamo accusati di far parte di un'organizzazione criminale finalizzata al traffico di rifiuti. È l'estremo, inquietante tentativo di fermare a qualunque costo la nostra attività di ricerca e soccorso in mare.»

Effettivamente, l'ipotesi della Kleijer non è assurda considerando che l'accusa riguarda lo "smaltimento dei rifiuti di bordo, con particolare riferimento ai vestiti dei migranti soccorsi, agli scarti alimentari e ai rifiuti delle nostre attività mediche", come ha dichiarato in una nota MSF.


L'accusa della Procura di Catania farebbe pensare che lo smaltimento di quei rifiuti fosse stato fatto di nascosto, alla chetichella, insomma, tanto per capirci, alla maniera in cui per anni si sono smaltiti i rifiuti industriali del nord nella cosiddetta "Terra dei fuochi".

Ma non è così. Le operazioni in porto di MSF, compresa la gestione dei rifiuti, "hanno sempre seguito procedure standard", come dichiara MSF. "Le autorità competenti non hanno contestato queste procedure, né individuato alcun rischio per la salute pubblica da quando abbiamo avviato le attività in mare nel 2015."

In pratica, lo smaltimento dei rifiuti è avvenuto quando le navi gestite da MSF hanno attraccato in porto, e sotto gli occhi delle autorità portuali che nulla hanno avuto da eccepire.


Evidentemente, la Procura di Catania si deve allora essere dimenticata di estendere le proprie accuse anche alle autorità portuali, perché conniventi con un'attività illecita oppure inadempienti al loro dovere.

Una considerazione che è confermata dalla ricostruzione della vicenda fornita dalla stessa Procura, che contesta le attività collegate alla Aquarius, periodo gennaio 2017 - maggio 2018, e alla Vos Prudence, periodo marzo - luglio 2017, e ha indagato 24 persone  che hanno gestito a vario titolo le attività delle due navi.

Secondo l'accusa, le persone indagate avrebbero "sistematicamente condiviso, pianificato ed eseguito in 11 porti italiani un progetto di illegale smaltimento di un ingente quantitativo di rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non", tra cui "gli indumenti contaminati indossati dagli extracomunitari, gli scarti alimentari e i rifiuti sanitari infettivi".

Inoltre, sempre secondo la Procura di Catania, tra gennaio 2017 e maggio 2018, dalle navi Vos Prudence e Aquarius "non è stata mai dichiarata la presenza di rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo" anche in presenza di "numerosi e documentati casi di malattie registrate dai vari Uffici di Sanità Marittima siciliani e del Sud-Italia intervenuti al momento dell'arrivo dei migranti nei porti italiani" duranti i quali sono stati "rilevati 5.088 casi sanitari a rischio infettivo (scabbia, meningite, tubercolosi, Aids e sifilide) su 21.326 migranti sbarcati".


Come confermato da quanto sopra riportato, appare quindi  sempre più sorprendente il fatto che la Procura di Catania non abbia esteso alcun provvedimento nei confronti delle autorità portuali... MSF non ha certo operato di nascosto, seguendo le stesse procedure dal 2015.

E proprio per tale motivo, MSF ha dichiarato che "dopo la valutazione del decreto di sequestro e un'analisi interna, che dimostra come le accuse siano inaccurate e fuorvianti, presenteremo ricorso al Tribunale del riesame".


Intanto, «l'unico crimine che vediamo oggi nel Mediterraneo - come ricorda Gabriele Eminente, direttore generale MSF Italia - è lo smantellamento totale del sistema di ricerca e soccorso, con persone che continuano a partire senza più navi umanitarie a salvare le loro vite, mentre chi sopravvive al mare viene riportato all'incubo della detenzione in Libia, senza alcuna considerazione del diritto internazionale marittimo e dei rifugiati.»

Un crimine che la Procura di Catania continua ad ignorare, affannandosi invece nel cercare di dimostrare, finora senza riuscirvi, che le Ong siano associazioni criminali, trovando pieno sostegno nel vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini, che ha commentato l'inchiesta in questi termini...