Zelensky fa tappa a Roma con il nuovo tour "Piano della Vittoria" e incontra Meloni e papa Francesco
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è in pellegrinaggio in Europa per chiedere soldi e armi a sostegno del suo esercito per il conflitto in corso a seguito dell'invasione della Russia.
Giovedì sera ha incontrato la premier Meloni. Questo il resoconto fornito da Palazzo Chigi del faccia a faccia che si è tenuto a Villa Doria Pamphilj.
"I colloqui hanno permesso uno scambio sulla situazione sul terreno e sulle più immediate necessità ucraine in ambito militare, finanziario, umanitario, nonché sulle prossime iniziative diplomatiche e sul percorso per mettere fine al conflitto. Il Presidente del Consiglio ha ribadito il sostegno dell’Italia, anche in qualità di Presidenza del G7, alla legittima difesa dell’Ucraina e al popolo ucraino. Un sostegno a 360 gradi, che proseguirà sia sul piano bilaterale che su quello multilaterale, per mettere Kiev nelle migliori condizioni possibili per costruire una pace giusta e duratura. L’Italia continuerà a fare la sua parte anche nella futura ricostruzione dell’Ucraina e a questo riguardo il Presidente del Consiglio ha annunciato le date della prossima Ukraine Recovery Conference, che si terrà il 10 e 11 luglio 2025 a Roma".
La parte ucraina ha riassunto così l'incontro:
Il Capo dello Stato ha presentato il Piano della Vittoria e ha ringraziato Giorgia Meloni e la squadra del governo italiano per l'attenzione rivolta al Piano, ai suoi punti e alla strategia dell'Ucraina.Durante l'incontro, tutti gli aspetti del Piano della Vittoria sono stati discussi in dettaglio. Il Presidente ha anche parlato del lavoro in corso con tutti gli altri partner:"La chiave è rafforzare le posizioni dell'Ucraina e le relazioni con i nostri partner più stretti, in modo tale da creare le condizioni necessarie e l'atmosfera giusta per una diplomazia onesta", ha affermato Zelenskyy. "Oggi abbiamo prestato particolare attenzione all'aspetto economico del nostro Piano della Vittoria, in particolare per quanto riguarda le speciali opportunità economiche in Ucraina e le risorse critiche che non devono cadere sotto il controllo russo".
Come si può notare, Palazzo chigi ha accuratamente evitato di parlare di Vittoria di Kiev e di piani ad essa associati. Un particolare che la dice lunga su come il dialogo tra Ucraina e Europa stia ormai sempre più divergendo, rispetto alle roboanti dichiarazioni dello scorso anno. Zelensky avrebbe dovuto incontrare Biden in Germania, ma Biden, con la scusa dell'Uragano, ha rinunciato al viaggio.
Oggi Zelensky, nonostante i vaffa del passato per non aver santificato il conflitto in corso, ha incontrato il Papa nel Palazzo Apostolico del Vaticano e, successivamente, il segretario di Stato Pietro Parolin.
"I colloqui in Segreteria di Stato - riporta il Vaticano in una nota - sono stati dedicati allo stato della guerra e alla situazione umanitaria in Ucraina, nonché alle vie che potrebbero metterle fine, portando ad una pace giusta e stabile nel Paese. Inoltre, sono state esaminate anche alcune questioni relative alla vita religiosa nel Paese".
In un post su X dopo l'incontro che durato poco più di mezz'ora, Papa Francesco ha affermato: "Tutte le nazioni hanno il diritto di esistere in pace e sicurezza. I loro territori non devono essere attaccati e la loro sovranità deve essere rispettata e garantita attraverso la pace e il dialogo. La guerra e l'odio portano solo morte e distruzione per tutti. #Pace".
"Desertum fecerunt et pacem appellaverunt"... "Igitur qui desiderat pacem, praeparet bellum"... sono considerazioni che risalgono fin quasi a duemila anni fa e nella loro sinteticità, ci illustrano l'assurda inutilità della guerra che ogni volta viene riconosciuta solo dopo esser stata combattuta.
È vero che la Russia rappresenta il cattivo di turno e che l'Ucraina sta difendendo la sua integrità territoriale, ma ancora - da parte dell'occidente - ci si guarda bene dall'investigare tutto quello che è accaduto prima che il conflitto iniziasse. Prendendone coscienza può essere utile a fermarlo? Probabilmente no, ma almeno - per quanto riguarda l'Europa nel caso prima o poi ritenga sia giunto il momento di acquisire un minimo di dignità e autonomia rispetto agli Stati Uniti - potrebbe essere utile come lezione per evitare di ripetere in futuro gli errori fatti in passato.
Ma considerando le qualità dei "leader" che circolano a Bruxelles, si tratta di pura utopia.