Lo scorso sabato, a Novara, un gruppo di "no Green pass" ha manifestato sfilando con indosso delle pettorine a righe bianche e grigie mentre tenevano in mano una corda che rappresentava del filo spinato.

Che cosa volevano simboleggiare? Che il Green pass e le sue regole, che violerebbero le loro libertà personali, renderebbero gli italiani simili agli ebrei deportati  nei campi di sterminio nazisti.

L'iniziativa non è passata inosservata alle comunità ebraiche italiane, a partire da quella di Milano che per martedì ha invitato i milanesi a ritrovarsi davanti al memoriale della shoah in piazza Edmond.

Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle comunità ebraiche italiane, ha commentato l'accaduto su La Stampa in questi termini:

"Questa volta non lasciateci soli. La difesa di una Memoria consapevole, cardine di ogni società progredita in marcia verso il futuro, non è né potrà mai essere una questione dei soli ebrei.  Serve una reazione forte sul piano sia normativo che educativo dei giovani e giovanissimi affinché si comprenda la distorsione compiuta nel richiamo della Shoah da parte di questi e altri manifestanti".

Lapidario il commento via social dell'Anpi...

Quali siano i motivi - oltre la paura di un'iniezione - per cui le persone ritengano opportuno non vaccinarsi contro il Covid è difficile comprenderlo, lasciando da parte coloro che, in base alle più fantasiose speculazioni pensano che con il vaccino siano inoculate altre sostanze. Ed è difficile capire anche coloro che, pur vaccinati, protestano per l'uso del Green pass come strumento liberticida. Si può discuterne l'utilità in merito all'ingresso nei luoghi di lavoro, ma per il resto, guardando all'andamento dei contagi in altri Paesi, il suo utilizzo si è dimostrato utile.

Ma allora perché la gente protesta perché venga revocato? L'unica spiegazione ragionevole, se non logica, è quella che sia stato scelto come elemento di aggregazione che le forze neofasciste tentano di sfruttare per allargare il loro consenso.

Paragonarsi agli ebrei durante il regime nazifascista da parte dei no Green pass è alquanto fantasioso, oltre storicamente un assurdo in sé. Ma esistono degli italiani che non sembrano comprenderlo, visto che quanto accaduto a Novara è solo l'ultima tappa di un percorso iniziato tempo fa e che ha avuto tra le sue "vittime", anche la senatrice Liliana Segre.

Riadattare la storia alle esigenze della propaganda fino al punto da ridisegnarla è preoccupante sia per il fatto che l'ignoranza di molti italiani possa essere diffusa più di quanto si creda, sia per il per il fatto che da parte di qualcuno non ci sia nessun problema nel far ricorso a tale ignoranza pur di allargare il proprio consenso.

Un consenso a cui fanno l'occhiolino anche le forze sovraniste presenti in Parlamento, visto che ai no Green Pass danno di gomito, così come i media che le supportano. Da loro, condanne alla sfilata di Novara non sono arrivate sui trafficatissimi profili social.