L'abbattitore di orsi, Maurizio Fugatti, ha comunicato che la scorsa notte è stata catturata JJ4. L'orsa dopo la cattura è stata trasportata al recinto Casteller, dove già è imprigionato M49.

Come confermato dalle prime ipotesi circolate, JJ4 era insieme a tre cuccioli. Pertanto, l'aggressività dell'animale che lo scorso 5 aprile ha portato ad uccidere Andrea Papi è spiegata dal difendere l'incolumità dei piccoli che, adesso, sono liberi ma in grado comunque di essere autonomi, secondo quanto dichiarato dagli esperti.

Un aspetto, ovviamente, che il presidente della PAT si è ben guadato dall'analizzare nella sua solita conferenza stampa autocelebrativa in cui ha incolpato chiunque di quanto avvenuto, chiedendo di aver chiesto al TAR di anticipare la discussione in cui il tribunale dovrà decidere dell'abbatimento di tre orsi.

Come sempre, anche in questo caso, l'abbattitore Fugatti non ha neppure ipotizzato una qualche pur vaga responsabilità della Provincia che lui rappresenta nell'aver mancato nella corretta applicazione, nel corso degli anni, del piano di ripopolamento degli orsi in Trentino. Elettoralmente, in questo periodo, è più conveniente dire vanno abbattuti.

Non dello stesso avviso Enpa, Leidaa e Oipa che in una nota diffusa dopo la cattura di JJ4 diffidano la Provincia autonoma di Trento dal mettere in atto qualsiasi azione che possa ledere l'incolumità dell'orsa:

"Il decreto del Tar che sospende l'ordinanza di abbattimento deve essere rigorosamente rispettato, altrimenti", avvertono le associazioni, "difenderemo l'orsa e i suoi piccoli in tutti i modi consentiti dalla legge".


Questa la nota odierna dell'Intergruppo parlamentare (composta da membri di maggioranza e opposizione) per i diritti degli animali e la tutela dell'ambiente: 

"Gli organi competenti esaminino con rigore ogni ipotesi alternativa all'abbattimento di JJ4, che appare da tutti i punti di vista non necessario". Lo chiede in una nota l'Intergruppo parlamentare per i diritti degli animali e la tutela dell'ambiente, presieduto dall'on. Michela Vittoria Brambilla. Intanto venti deputati aderenti all'Intergruppo hanno presentato un'interpellanza urgente al ministro dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin per sapere, nel dettaglio, quali iniziative "sono state prese o saranno prese" per garantire la prosecuzione del progetto di reintroduzione dell'orso nell'arco Alpino, e, nel caso si voglia procedere al trasferimento di una parte della popolazione degli orsi, "quanti esemplari si intendano trasferire, con quali destinazioni e quale tempistica"."Non ha senso – scrivono i parlamentari - uccidere un'orsa  che difendeva i suoi piccoli e che ora non rappresenta più un pericolo. Anche il decreto del Tar invita a considerare attentamente le alternative all'abbattimento, che esistono. Prima tra tutte il trasferimento in un rifugio faunistico. L'obiettivo della "rimozione" è stato ottenuto: l'abbattimento sarebbe un'assurda vendetta, concetto peraltro inapplicabile agli animali, o un esempio particolarmente infelice di strumentalizzazione politica per coprire errori del passato e del presente. Ammazzare gli orsi non serve: né JJ4, né MJ5, né M62, né qualsiasi altro. Bisogna garantire la convivenza con  gli orsi in piena sicurezza per uomini e animali".L'argomento "orsi del Trentino" sarà dunque trattato in Parlamento da un esponente del governo, per la prima volta dopo la morte del giovane Andrea Papi nei boschi di Caldes (Tn) e la cattura dell'animale che l'ha ucciso, la femmina JJ4. Nell'interpellanza i deputati, di vari gruppi politici, ricordano che, a seguito del tragico avvenimento, il ministro ha indetto una riunione, l'11 u.s, alla quale hanno partecipato il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, il presidente di ISPRA Stefano Laporta, il capo dipartimento della Protezione Civile della Provincia Autonoma di Trento, Raffaele De Col, e l'assessore provinciale all'Agricoltura Giulia Zanotelli. "Durante l'incontro – sottolineano i firmatari - è stata presa in considerazione l'ipotesi di mettere a punto un piano di trasferimento di massa degli orsi col mantenimento nella Provincia di Trento di un numero di soggetti "sostenibili dal territorio" e si è stabilito di istituire un tavolo di confronto tecnico tra il Ministero dell'Ambiente, ISPRA e Provincia Autonoma di Trento, per valutare in tempi rapidi "ogni azione utile a proseguire l'originario progetto di reintroduzione dell'orso nell'arco Alpino, intervenendo sulle criticità che nel tempo si sono verificate".Di qui la richiesta di spiegare nell'aula della Camera come si intenda procedere per salvaguardare il progetto e garantire la convivenza tra uomini e orsi nella Provincia autonoma.