Esteri
Venerdì mattina le autorità turche sono penetrate in casa di 27 docenti, molti dell'università di Kocaeli, città della Turchia nord-ocidentale, e li hanno arrestati con l'accusa di apologia del terrorismo e di offesa allo stato. IL fermo è durato poche ore e in serata sono stati rilasciati. Se condannati, rischiano fino a cinque anni di carcere.
Gli arrestati facevano parte dei 1.128 accademici di 89 università turche, che insieme ad altri 355 intellettuali e scienziati da tutto il mondo, fra cui Noam Chomsky, Judith Butler, Etienne Balibar and David Harvey, hanno firmato una petizione chiedendo al governo di Ankara di porre fine al deliberato massacro dei Curdi, nella regione sud-orientale del paese, dove sono frequenti gli scontri fra le forze turche e i militanti del partito separatista turco P.K.K.
In un discorso tenuto dopo i fatti di Istanbul, Erdogan aveva accusato i firmatari del documento di tradimento e di costituire una quinta colonna di potenze straniere, intenzionate a minare la sicurezza nazionale.
Si era rivolto in particolare a Noam Chomsky, invitandolo a visitare la regione sud-orientale della Turchia per rendersi conto personalmente della situazione e verificare se il problema sono le violenze dello stato oppure la privazione dei diritti e delle libertà dei cittadini turchi da parte di un'organizzazione terroristica.
La risposta di Chomsky non si è fatta attendere. Il linguista e filosofo del MIT ha rifiutato l'invito di Erdogan ed ha affermato che, se andrà in Turchia, lo farà, come tante volte in passato, su invito di molti coraggiosi dissidenti, compresi i Curdi, vittime da molti anni degli attacchi delle forze governative.
Chomsky ha sottolineato anche l'ipocrisia di Erdogan, che da una parte accusa l'Isis dell'attentato di Istanbul e dall'altra conduce una lotta contro i Curdi, che rappresentano la principale forza di contrasto allo Stato Islamico, sia in Siria che in Iraq.