Come di abitudine prima di un viaggio, Papa Francesco si è recato presso la Basilica di Santa Maria Maggiore ed ha deposto un mazzo di fiori davanti all’icona che rappresenta la Salus Populi Romani e si è raccolto in preghiera.

Lo ha fatto sabato in occasione del suo 22esimo viaggio apostolico, che lo condurrà tra il 15 e il 22 gennaio prima in Cile e poi Perù.

Delle difficoltà che lo accoglieranno in Cile si è ampiamente parlato. Difficoltà, espresse persino con degli attentati contro delle chiese, che hanno origine nelle numerose tensioni sociali che affliggono il Paese, a partire dalla disuguaglianza dovuta a ragioni economiche per arrivare alla protesta per ottenere diritti sociali finora negati. E non bisogna neppure dimenticare gli scandali della Chiesa legati alla pedofilia ed il problema del popolo dei mapuche, sicuramente emarginato, in cerca di riconoscimento e protezione per la sua cultura e le sue terre.

Meno problematica, almeno a prima vista, sembra invece la seconda tappa del viaggio apostolico che porterà Bergoglio in Perù, anch'esso, comunque, un Paese lacerato da divisioni e da tensioni politiche.

Ma in questo caso, Papa Francesco viene visto come portatore di un messaggio di unità, come ha sottolineato il segretario generale del Ministero degli Affari Esteri del Perù, Eric Anderson: «Per noi è molto importante. Siamo un Paese cattolico e il Papa arriva in un momento molto importante della congiuntura politica ed economica; porta un messaggio di unità, di speranza: questo il popolo aspetta dal Santo Padre.

La parola unità dice tutto: congresso e parlamento divisi, il presidente ha avuto problemi con il congresso … politicamente è diviso, questo Paese. E allora, speriamo che con la figura del Papa e con questo suo messaggio – unidos por la esperanza – tutti dimentichino i problemi politici e torniamo ad essere un solo popolo per ricevere il Papa.»

Speranza a cui ha fatto riferimento anche l’arcivescovo di Lima, il cardinale Luis Cipriani Thorne, in un’intervista a Vatican News: «Il Perù è un Paese molto cattolico, molto vicino al Santo Padre. C’è un grande movimento in tutto il Paese di enorme speranza ed enorme gioia.

Il Papa ha a cuore il rispetto della natura. In Perù si estende una parte dell’Amazzonia. Il Santo Padre farà un discorso sul rispetto della natura: noi abbiamo bisogno, necessitiamo di questa natura. Se noi la distruggiamo, distruggiamo anche la gente che vive in quei luoghi. Mi sembra che sia anche l’inizio del Sinodo panamazzonico dell’anno prossimo.»