Secondo quanto riferito martedì dal portavoce dell'aeronautica ucraina, Yurii Ihnat, l'attacco di droni kamikaze iraniani del 19 dicembre è stato il più grande lanciato fino ad oggi dai russi utilizzando quel tipo di arma.

I 35 droni kamikaze di fabbricazione iraniana avevano come obiettivo quello di colpire l'infrastruttura energetica dell'Ucraina. 

Ukrenergo, l'azienda di Stato che si occupa della produzione e distribuzione di energia, ha dichiarato oggi che l'Ucraina affronta un deficit energetico significativo, a seguito proprio dell'ultimo attacco con i droni iraniani che, per alcune zone dell'oblast di Kiev, potrebbe avere come conseguenza un blackout di 2-3 giorni, secondo il governatore della regione, Oleksii Kuleba.

La Russia, a sua volta, denuncia esplosioni a Shebekino, nell'oblast di Belgorod. L'attacco, secondo fonti locali, avrebbe provocato l'interruzione delle forniture idriche ed elettriche, oltre da una vittima. Vengono ritenute responsabili del bombardamento le forze di Kiev, che, come in altri casi analoghi, non confermano e non smentiscono.

Mentre i media ucraini dicono che la presunta "visita" del 18 dicembre del ministro della Difesa russo, Sergei Shoigu, alle postazioni  avanzate del proprio esercito era distante più di 80 chilometri dalla linea del fronte, Zelensky si è invece recato, pur senza preavviso, a Bakhmut nell'oblast di Donetsk, località strategica al centro  da tempo di aspri combattimenti, e attuale obiettivo strategico dell'esercito russo.

Nel frattempo, è arrivato a 99.230, secondo Kiev, il numero dei soldati russi in Ucraina dal 24 febbraio.Il 20 dicembre, lo stato maggiore ha aggiunto 430 truppe russe al numero stimato di perdite russe.