Si tratterebbe di “una modifica importante” secondo l’assessore regionale alla Sicurezza, Cristiano Corazzari, “perché le polizie locali hanno un ruolo sempre più rilevante nel garantire il presidio e la sicurezza del territorio”.
Ma non parliamo della dotazione minima obbligatoria di strumentazione, o di costringere i comuni (che ormai non hanno soldi nemmeno per acquistare i veicoli) ad installare moduli radio (magari funzionanti e magari con gps) sui veicoli, né di convincere i comuni a dotare i propri Corpi di almeno un auto con cella.
No, con tutte le carenze che lamenta la Polizia Locale del Veneto, rimasta indietro su quasi tutto rispetto alle altre regioni, la Regione del Veneto sceglie di portarsi "alla pari" delle cugine Lombardia ed Emilia-Romagna, dando priorità alle scritte multilingue sulle livree.
Da oggi, infatti, con la modifica alla DGRV n. 2689/2004, accanto alla dicitura ‘Polizia Locale’ potrebbero comparire le scritte ‘Local Police’, ‘Stadtpolizei’, ‘Policìa Local’, ‘Police Locale’. Il condizionale è d'obbligo perché quando si tratta di disciplinare la Polizia Locale, la Regione Veneto scrive le norme rimettendo la facoltà di scegliere se applicarle o meno ai Comuni.
Certo, il Veneto è a vocazione turistica ma è anche molto tradizionalista e legato alla propria storia e alla propria cultura. Perché, quindi, non inserire anche la scritta in łéngua vèneta?