Grazie agli Nft e alla blockchain, il mondo del collezionismo e dell’arte digitale sposa quello del food&wine, creando nuove esperienze per gli utenti e nuove occasioni di valorizzazione per i brand, a partire da quelli Made in Italy.

Le avventure digitali si fanno sempre più… appetitose. Merito di chef, stellati e non, e di tante realtà del mondo food&wine, anche Made in Italy, che stanno sperimentando nuove forme di unione tra realtà virtuale, arte e piaceri del palato. Così, grazie agli Nft, alla blockchain e al metaverso, i consumatori possono provare nuove forme di fruizione ed esperienza, mentre per i brand si aprono fonti di guadagno alternative e originali soluzioni di marketing.

Nft firmato Heinz Beck: solo 35 copie
In prima fila in questa nuova sfida c’èHeinz Beck, chef tedesco con tre stelle Michelin per il  ristorante “La Pergola” a Roma, che ha creato il primo Nft, ovvero un non fungibile token, che certifica la proprietà di un’opera d’arte, non necessariamente fisica, legato a una “dine wine and art experience” a Dubai, nel ristorante Social. Un quadro da lui stesso dipinto, grazie a una passione coltivata fin da adolescente, anche se poi il padre lo ha spinto verso le arti culinarie: prima di essere bruciata, l’opera è stata convertita in 35 Nft.

Non solo: alla serata è stata abbinata una degustazione di vini italiani, tutti parte dell’Italian Wine Crypto Bank, la ‘banca del vino italiano’ realizzata su blockchain, che vende etichette pagabili con la moneta virtuale Iwb e che ha promosso l’iniziativa insieme a Crypto Dinewineart , sigla specializzata nella creazione di rari Nft legati al mondo del food and wine di alto livello. Due realtà, queste ultime, che hanno lanciato “Catch 22”, la prima collezione al mondo di Nft del vino Nft. Ogni token della collezione celebra un grande vino ed è un’opera d’arte digitale, che contiene una chiave per riscattare una bottiglia magnum, insieme a informazioni, altre offerte e vantaggi futuri, che continueranno a esistere anche in futuro, anche a degustazione avvenuta. 

Dalle immagini dei piatti alle ricette versione Nft
“Let’s Make Out” è invece il nome dell’Nft ideato dai proprietari del ristorante stellato Michelin “Bros”, in Salento. Tutto nasce dall’immagine ormai iconica di uno dei loro piatti, lo stampo in gesso di una bocca riempita di schiuma commestibile, che gocciola dalle labbra, stroncato da un articolo della food writer Geraldine DeRuiter e diventato virale. “Una grande opportunità” per sfruttare tutta la pubblicità generata dalla recensione negativa, ha sottolineato lo chef Floriano Pellegrino.

E perché non trasformare anche una ricetta in Nft? Ci ha pensato con il suo pollo fritto lo chef Marcus Samuelsson, ristoratore e personaggio televisivo svedese naturalizzato etiope, a capo del Red Rooster ad Harlem, a New York. Sempre dalla Grande Mela arriva un’altra idea che lega food e non fungibile token: il ristorante FlyFish è l’unico dining club extralusso al mondo a cui ci si può iscrivere solo acquistando uno dei loro Nft. VRC Group, che lo gestisce, a gennaio ha messo in vendita 1501 token, portando in cassa circa 15 milioni di dollari. 

Anche la pizza in versione Nft 
Una rivoluzione che non poteva non coinvolgere la pizza: Chfty Pizzas ed è il primo progetto Nft lanciato dai ristoratori Spike Mendelsohn e Tom Colicchio sulla blockchain Ethereum. Le opere digitali sono fette di pizza con le sembianze di personaggi diversi, disponibili pubblicamente dal 24 marzo: un set di 2.777 Nft, da vendere a 07 ETH ciascuno (pari a 205 dollari), più le commissioni di transazione. Di fatto, un biglietto per accedere ad esperienze food esclusive, ma tangibili, non virtuali. Perché allora creare un pass digitale? Lo spiegano gli stessi inventori su Instagram: “Ogni volta che si acquista un biglietto per un evento, non si ha idea di quanto guadagno andrà agli artisti o, in questo caso, agli chef. Attraverso la tecnologia blockchain, invece, tutto questo può essere tracciato più facilmente. L’acquisto di un Nft è uno dei modi più diretti e trasparenti per supportare in modo diretto una persona e la sua arte”.

Non solo food. Le etichette wine Nft
Passando dal cibo al vino, l’azienda di spumanti prodotti con metodo Charmat nel Valdobbiadene 900wineè stata la prima cantina italiana a trasformare la propria etichetta in non fungible token. Come? Acquistando una bottiglia di Grand Cuvée Premium 900wine, si riceve un Qr Code attraverso il quale riscattare sulla piattaforma opensea.io un Nft 900wine, opera d’arte digitale in 3D ispirata al Grand Cuvée Premium, del valore di 900 euro. Una collezione di 900 pezzi unici in edizione limitata, con autenticità certificata attraverso blockchain, e non riproducibili. Ogni Nft resta di proprietà dell’acquirente e il suo valore monetario matura nel tempo. “La prima bottiglia di vino che non finisce mai”, il claim dell’azienda, fondata da Andrea Tommaso d’Aietti insieme a Yari Muzzolon e Antonio Martelli. Appassionati e collezionisti possono così possedere un’opera d’arte “il cui valore che non si esaurisce con la fisicità della bottiglia ma va oltre, per essere apprezzata e collezionata anche in una inedita forma digitale”.

Il Consorzio di Tutela del Prosecco DOC ha invece investito nella realizzazione di un fashion film per celebrare “Il Genio Italiano” e con il supporto della testata digitale Tuorlo Magazine ha creato un’opera di criptoarte, portando la digital art nel mondo del vino. Un cortometraggio originale e non riproducibile protetto da un Nft, basato sulla tecnologia blockchain, per celebrare le persone, i luoghi e le atmosfere di una delle eccellenze italiane più rinomate al mondo. L’autenticità del certificato ha consentito di venderlo come opera d’arte fisica, includendolo in un’asta di beneficenza organizzata da Christie’s: il ricavato è stato devoluto interamente a Dynamo Camp, onlus toscana impegnata nella terapia ricreativa.

Maia Wine, primo avatar NFT legato a un brand del vino
E ancora, ecco il primo Avatar NFT al mondo legato a un brand del vino: è firmato da Maia Wine, brand gardesano che così ha voluto raffigurare la ninfa greco-romana Maia, figlia di Atlante, la più bella delle Pleiadi. Nato dalla collaborazione con l’agenzia di comunicazione UNited Studio, l’avatar sarà acquistabile come non fungible token sul sito OpenSea, dove sarà disponibile una vera e propria collezione di pezzi unici certificati. Con l’acquisto di un Nft, si avrà accesso anche ad altri benefit, fra i quali inviti esclusivi a eventi per la community, partecipazioni a experience internazionali, creazioni esclusive del brand, accesso a premi e limited edition.

L’idea è sempre quella di intrecciare realtà e mondo virtuale, sperimentando così nuove forme di marketing ed engagement dei propri consumatori. Molti proprietari di bar sono attratti dagli Nft proprio come modo per offrire alla propria clientela nuovi prodotti ed esperienze costruite attorno ai cocktail. L’Eve Bar di Adam Handling a Covent Garden ha annunciato che pubblicherà la “prima Nft Cocktail Menu Collection di Londra“, con 13 Nft ispirati ai loro cocktail esclusivi, che includeranno schede di ricette digitali, lezioni di persona o virtuali e una quantità non rivelata di cocktail gratuiti al bar.