Matteo Renzi aprendo la prima Assemblea nazionale di Italia Viva, che si è svolta a Roma a Cinecittà,ha dichiarato che «a Italia Viva servono tempo, un ideale e un buon governo. I primi due ce li abbiamo, sul buon governo occorre organizzarsi. Tempo? Si vota nel 2023 perché nelle ultime legislature si è votato alla fine della legislatura. Si vota ogni cinque anni, non quando lo decide qualcuno».
Considerando i precedenti - tanto da diventare addirittura un assioma - abbiamo imparato che ogni promessa fatta da Matteo Renzi si è sempre concretizzata nell'esatto contrario.
Pertanto, se il senatore di Italia Viva, che potremmo anche chiamare il senatore di se stesso dato che non potendo più fare il segretario del Pd Renzi si è fatto il proprio partitino, ha detto che il governo durerà fino al 2023, è chiaro che il Conte bis ha le ore "contate". Chi volesse specularci sopra può anche scommetterci pure una bella cifra, perché il guadagno se prima era prevedibile, adesso è addirittura assicurato.
E tanto per capire che non è il fato a far sì che le promesse di Renzi, magicamente, si tramutino nell'esatto contrario, il senatore di se stesso oggi, a conclusione dei lavori dell'Assemblea, ha ribadito la necessità di rivedere la prescrizione:
«Al ministro Bonafede dico fermati finché sei in tempo, perché in Parlamento votiamo contro la follia sulla prescrizione. Patti chiari amicizia lunga: non dite che non ve lo avevamo detto e senza di noi non avete i numeri al Senato e forse neanche alla Camera, rifletteteci bene. Non voto la barbarie sulla prescrizione, io voto civiltà».
Un tema, quello della prescrizione, che tocca Renzi nel vivo a causa dei guai giudiziari del babbo e della mamma, oltre le inchieste ed i possibili rinvii a giudizio per alcuni dei suoi amici, dei suoi parlamentari e dei suoi finanziatori.
Rispetto a quanto aveva sempre fatto in passato, stavolta Renzi non ci porta ad esempio quanto accade in tutte le altre democrazie occidentali dove la prescrizione per un possibile reato decade non appena un caso va a processo o, male che vada, dopo il primo grado di giudizio. Che strano...
Ovviamente, non sono mancate le reazioni, specie da chi della prescrizione dopo il primo grado di giudizio ne ha fatto una bandiera: il Movimente 5 Stelle.
Questo è quello che il ministro della Giustizia, il pentastelalto Bonafede, ha risposto a Renzi:
«Da Ministro della Repubblica ho sempre ritenuto fosse fondamentale lavorare e tenere i toni bassi, soprattutto nel rispetto dei cittadini a cui non interessano gli schiamazzi politici che tentano di colmare il vuoto dei fatti con le parole.Continuo a pensarla così. Ma ci sono anche momenti in cui, senza rispondere nel merito alle provocazioni che hanno soltanto lo scopo di ricordare agli altri la propria "esistenza politica", vanno almeno precisate alcune minime regole per non abusare della pazienza dei cittadini.Ho dato disponibilità a fare tutti i vertici necessari per dialogare, senza pregiudizi, e per apportare miglioramenti alle varie norme sulla giustizia. Infatti, sono state vagliate e sono ancora al vaglio diverse proposte per garantire certezza e celerità dei tempi.Continuerò a farlo perché é giusto che sia così. Questo è l'unico metodo possibile in un governo con diverse forze politiche. Ed è un metodo che dovrebbero rivendicare e difendere tutte le forze di maggioranza.Ma sia chiaro: non accetto ricatti e minacce da nessuno.E vado avanti!Io non credo che dobbiamo pensarla tutti allo stesso modo, ci mancherebbe: qualcuno dovrebbe semplicemente rendersi conto di non essere più al governo con Alfano e Verdini (che, come noto, hanno una concezione della giustizia lontana anni luce dalla mia).Per troppi decenni, persone oneste di questo Paese hanno ingoiato il boccone amaro della prescrizione, simbolo di uno Stato che si rassegna rispetto alla propria incapacità di dare una risposta di giustizia in tempi celeri garantendo i diritti di tutte le parti.La riforma del processo penale (commentata quotidianamente da persone che non l'hanno mai letta) accelera questi tempi. Ed è su questo "cantiere" che stiamo lavorando».
Ancor più netta la risposta della senatrice 5 Stelle Barabara Lezzi:
«Se necessario, subito elezioni. Tutto il M5S deve procedere dritto secondo le sue convinzioni. Un Paese civile pretende sempre giustizia e non si lascia confondere da un Pagliaccio come Renzi che mette impunità e ingiusta detenzione sullo stesso piano.Il M5S ha la maggioranza relativa in Parlamento. Se non ci permettono di migliorare il Paese, andiamocene a casa.Non permettiamo a questo ballista di minacciare il M5S. Lui va a braccetto con Verdini e Berlusconi. NOI NO».
Infine, più istituzionale la risposta di Vito Crimi, viceministro dell'Interno e nuovo capo politico del Movimento 5 Stelle:
«Forza Alfonso, siamo tutti al tuo fianco. L'Italia ha un enorme bisogno di giustizia ed equità. Valori sacrosanti, che meritano il nostro più grande impegno e misure concrete che li traducano in realtà. La prescrizione è una delle più importanti, ed è solo una parte della riforma che stiamo portando avanti. Sapevamo che avremmo potuto incontrare forti resistenze, ed è ciò che sta accadendo. Significa che siamo sulla strada giusta, sono certo che anche i cittadini ne sono consapevoli.Siamo entrati in Parlamento sull'onda di un forte entusiasmo e desiderio di cambiamento, che ancora oggi si percepisce in tutto il Paese. Quel cambiamento passa da riforme importanti, come quella della giustizia. Non possiamo fermarci, andiamo avanti!»
Pertanto, è evidente che il governo Conte bis non durerà fino al 2023.