La differenza fra "persuasione" e "propaganda" consiste nel fatto che mentre la persuasione, di un argomento, considera e valuta i benefici anche per l’interlocutore, la propaganda ne prende in considerazione solo le finalità.

Attraverso il linguaggio, ma soprattutto attraverso le immagini, la propaganda suscita emozioni per manipolare ed influenzare il comportamento delle persone, sfruttando le loro debolezze, agendo sulla loro quotidianità, creando nuove abitudini... formando così la pubblica opinione.

Non c'è niente di nuovo, anzi è tutto molto, molto antico! Il termine propaganda è tratto dalla "Sacra Congregatio de Propaganda Fide", istituita agli inizi del '600 da Clemente VII sia per riavvicinare i fedeli alla Chiesa cattolica, sia per propagarne la dottrina tramite le missioni.

L'arte della propaganda venne poi istituzionalizzata agli inizi del '900 con la creazione del Committee on Public Information (Creel Committee) voluto dal presidente americano Wilson per convincere gli americani della necessità di entrare in guerra, la prima guerra mondiale. Da lì iniziò tutto e prendendo spunto da quell'esperienza, Edward Bernays trasformò la propaganda in scienza, arte - o comunque la si voglia chiamare - indicandone le linee di azione e le infinite possibilità... dalla pubblicità alla politica.

Quello cui assistiamo oggi, definito come governo del cambiamento, è banalmente un'operazione di propaganda volta a creare un consenso personale da parte dei due "capi" che guidano le formazioni politiche che lo supportano, Lega e Movimento 5 Stelle. La propaganda di Matteo Salvini, senza ombra di dubbio è finora risultata più efficace di quella di Luigi Di Maio.

Approfittando del suo nuovo ruolo di ministro, Salvini ha "istituzionalizzato" la sua propaganda, continuando a fare da ministro ciò che prima faceva solo da segretario di partito.

La sua tecnica del consenso è molto elementare. Salvini non si danna l'anima per trovare idee e creare situazioni, ma sfrutta semplicemente ciò che ritiene che la gente percepisca o come problema o come soluzione, agendo poi di conseguenza. L'abilità di Savini consiste nel non essere monotematico, sfruttando sempre nuovi argomenti da trasformare in proprie bandiere.

L'ultimo argomento della propaganda Salviniana consiste nell'indicare nei vaccini il nuovo nemico da mettere alla gogna dei suoi followers dei suoi profili social.

«Garantisco l'impegno preso in campagna elettorale nel permettere che tutti i "bimbi" entrino in classe, vadano a scuola... la priorità è che i "bimbi" non vengano espulsi dalle classi.» Nell'intervista radiofonica a cui si riferiva questa frase, Salvini ha espresso il concetto che i vaccini pretesi dalla Lorenzin siano troppi e che anche un bimbo che non è vaccinato potrà comunque frequentare le lezioni.

«Al governo siamo in due - ha proseguito Salvini - c'è un'alleanza Lega - M5S, bisogna ragionare anche con gli alleati. Al ministro Grillo ho iniziato a parlare di questi temi. Continueremo, perché ritengo che 10 vaccini obbligatori siano inutili e in parecchi casi pericolosi, se non dannosi...»

Da ricordare che Salvini è ministro dell'Interno e non ha alcuna competenza in ambito medico. Nonostante questo, esprime delle considerazioni che non gli competono, sia dal punto di vista scientifico, sia dal punto di vista politico. Infatti frasi del genere, al massimo, le può pronunciare il presidente del Consiglio che coordina l'attività di governo... non certo uno dei ministri che ne fanno parte. Salvini lo sa benissimo, ma sa anche che lui deve autenticarsi come "capo" di fatto del governo del cambiamento... e ci sta riuscendo benissimo.

Dopo aver fatto la figura delle marionette nella vicenda Aquarius i 5 Stelle, come già accaduto con la "schedatura" dei Rom corrono ai ripari per tentare di stoppare la propaganda di Salvini.

Così, prima arriva lo sfumato altolà di Di Maio: «Su questo tema il contratto parla chiarissimo. Noi vogliamo rivedere il decreto Lorenzin, ma nel senso semplicemente di potere assicurare una tutela vaccinale delle persone e soprattutto ai bambini. Poi ognuno ha la sua opinione sui vaccini, voi conoscete la nostra.»

E poi quello della ministra della Salute Grillo: «Voglio ribadire ancora una volta, e non mi stancherò mai di ripeterlo, che i vaccini sono un fondamentale strumento di prevenzione sanitaria primaria. In discussione a livello politico sono solo le modalità migliori attraverso le quali proporli alla popolazione. Tutte le polemiche sono solo strumentali e finalizzate a creare un circo mediatico che a me non interessa alimentare.»

Ma l'ultima parola, ovviamente, è di nuovo di Salvini: «Ringrazio il ministro Grillo, sua è la competenza sui vaccini. Condivido il suo pensiero, a questo ci atterremo e al contratto di governo. Anche a me, da papà e da ministro, sta a cuore la salute dei bambini e che a tutti sia garantito l'accesso al nido, alla scuola dell'infanzia e alle classi successive. Con tanti medici condivido l'idea che sia meglio educare ai vaccini piuttosto che obbligare. Ci stiamo lavorando, l'importante è che a settembre tutti i bambini possano entrare in classe.»

E secondo voi, dopo quest'ultima affermazione, quale sarà il giudizio sulla vicenda da parte dei "followers" salviniani?