Nel pomeriggio di oggi, Giornata della Memoria, a Casa Santa Marta, in Vaticano, Papa Francesco ha incontrato per  una lunga e affettuosa conversazione, di circa un’ora,  la signora Edith Bruck, a poco meno di un anno dalla sua visita nell'abitazione della scrittrice a Roma.

In particolare entrambi hanno sottolineato il valore inestimabile della trasmissione ai più giovani della memoria del passato, anche nei suoi aspetti più dolorosi, per non ricadere nelle stesse tragedie. All’anagrafe Edith Steinschreiber divenuta poi Edith Bruck, nacque a Tiszabercel in Ungheria il 3 maggio del 1931. Ultima nata di sei figli di una famiglia di religione ebraica fino dalla sua tenera età visse sulla propria pelle le discriminazioni e gli orrori dell’antisemitismo.

Nel 1944, appena tredicenne, fu deportata dal ghetto di Sátoraljaújhely, fino a quel momento luogo della sua residenza, ad Aushwitz e poi in altri campi di concentramento tedeschi come Dachau e Bergen-Belsen, da dove fu liberata nell’aprile del 1945. Purtroppo i membri della sua famiglia non riuscirono a salvarsi. Dopo un breve periodo in Israele, Edith Bruck si trasferì a Roma dove cominciò la sua attività come scrittrice con il suo primo racconto autobiografico dal titolo “Chi ti ama così” ed entrò  in contatto con importantissimi esponenti della letteratura italiana come Vittorini, Sereni, Montale, Ungaretti ed anche Primo Levi, testimone come lei della tragedia della Shoah. Oltre alla sua attività letteraria, nel corso degli anni Edith Bruck collaborò  con le più importanti testate giornalistiche italiane: Il Corriere della Sera, La Stampa, Il Tempo, solo per citarne alcune.

Le opere letterarie scritte dalla Bruck sono oltre venti, senza contare le sceneggiature teatrali, televisive e cinematografiche.


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