"siate misericordiosi". La misericordia. Perdonare sempre. Quando un fedele viene a confessarsi viene a chiedere il perdono, viene a chiedere la carezza del Padre. E noi, col dito accusatore: “Quante volte? E come lo hai fatto?...”. No, questo no. Perdonare. Sempre. “Ma non so…, perché il codice mi dice…”. Il codice dobbiamo osservarlo, perché è importante, ma il cuore del pastore va oltre! Rischiate. Per il perdono rischiate. Sempre. Perdonate sempre, nel Sacramento della Riconciliazione. E così seminerete perdono per tutta la società.

Con queste parole Francesco ha concluso il suo discorso ai vescovi prima di lasciare la Repubblica Democratica del Congo per raggiungere la seconda meta del suo viaggio, Giuba, in un pellegrinaggio ecumenico  che coinvolge anche l'arcivescovo di Canterbury Welby e il moderatore della Chiesa di Scozia Greenshields, già giunti nella capitale del Sud Sudan prima del Pontefice.

La città di Giuba, per come la descrive Vatican News, è bloccata da un rigido cordone di sicurezza. Nonostante questo, appare per quello che è: un luogo fatto di baracche di lamiera e fango, cumuli di rifiuti e fognature a cielo aperto, bambini che indossano abiti stracciati e senza scarpe.

Malgrado ciò, Giuba offre un tesoro inestimabile: la speranza di un popolo alla ricerca di pace e unità in un paese, ricchissimo di risorse naturali ma  soffocato dalla guerra  e dai cambiamenti climatici che con le frequenti alluvioni stanno distruggendo la già precaria economia e aumentando la povertà e il numero  di rifugiati e sfollati.

Il Papa subito dopo l'arrivo e l'incontro con il presidente ei vicepresidenti, presso il palazzo presidenziale, ha incontrato le autorità la società civile e il corpo diplomatico nel giardino dello stesso palazzo,  per poi trasferirsi alla nunziatura apostolica in conclusione della prima  giornata in qujella nazione.