Mons. Nicolò Maria Audino, un vescovo sociale nella Sicilia della prima metà del '900
Storico per passione e per talento, Michele Giuseppe Vilardo è nato a Vallelunga Pratameno, in provincia di Caltanissetta, ha dato finora alla luce numerosi e corposi saggi, fra i quali: “Il lutto e la luce. La Settimana Santa nella Sicilia centro occidentale. Pietà popolare quale teologia del popolo”, “Giovanni Castrogiovanni di Vallelunga Pratameno. Un educatore dimenticato del Risorgimento italiano” (in collaborazione con la dott.ssa Michela D’Adamo), “Ippolito ed Ignazio Santangelo Spoto di Vallelunga Pratameno. Il Fuoco e le Ceneri”, “Senza toccu di campani. La Memoria, la Storia, la Nostalgia”.
Con la sua ultima opera, appena uscita per i tipi delle prestigiose Edizioni La Zisa, ha provato a mettere a fuoco la figura straordinaria di un vescovo siciliano, Mons.Nicolò Maria Audino, nato a Vallelunga Pratameno, nel 1861, e morto a Mazara del Vallo, dopo trent’anni d’episcopato, nel 1933. Il lavoro s’inserisce in un progetto di recupero di alcune eminenti figure, laiche ed ecclesiastiche, che hanno avuto i natali in questo piccolo paese dell’entroterra nisseno e che con il loro operato hanno dato un grande contributo di idee e di azione per le problematiche sociali ed ecclesiali del loro tempo. Dunque, come scrive Vitaliano Brancati ne I piaceri: «Molte generazioni evitano di abbruttirsi solo perché uno dei loro componenti ha il dovere di ricordare», nella piena consapevolezza che, come scrive Gustav Mahler: “La tradizione è custodia del fuoco, non adorazione della cenere”.
Questa profonda verità s’identifica con le appassionate ricerche che per anni Michele Vilardo ha portato avanti, condensando in queste pagine la storia del “viaggio” storico, pastorale e spirituale di Nicolò Maria Audino, dal 1861 al 1933. La culla che vede nascere e accrescere le eccelse virtù sacerdotali del futuro vescovo Audino fu la Chiesa nissena, eretta da papa Gregorio XVI il 25 maggio 1844, “in un’area costellata da un clero e laicato aperto alle nuove istanze religioso-sociali e dove per primo emerse il legame forte con le direttive di Papa Leone XIII nella Rerum Novarum e con don Luigi Sturzo, amico e confidente delle famiglie Audino e Criscuoli”. Dopo la sua formazione nel seminario di Palermo e del Collegio Capranica di Roma, ordinato sacerdote nella Cattedrale di Caltanissetta, fu inviato nella sua terra natia come rettore della chiesa delle Anime Sante che ingrandì, insieme all’apertura dell’istituto delle suore Collegine per l’educazione materiale e spirituale delle giovani del paese e con l’organizzazione delle cucine economiche per dar da mangiare ai bisognosi. Fu devotissimo della Madonna di Loreto, protettrice del suo paese natio.
In exercendo suo munere patris ac pastoris sint Episcopi boni pastores qui cognoscunt suas oves…, così si esprime il Vaticano II nel decreto Christus Dominus (V16), riguardo circa l’Ufficio pastorale dei vescovi. Essi sono chiamati a eccellere per il loro spirito di carità e di zelo verso tutti: queste note evidenziate dal Concilio, avevano già trovato ottima realizzazione nell’attività pastorale del vescovo Nicolò Maria Audino, vera perla preziosa, dono mirabile del Papa Leone XIII alla Chiesa di Lipari e a far data dal 1903 a quella di Mazara, entrambe di fondazione Normanna. Chiamato a governare la diocesi di Lipari, per soli quattro anni, si distinse per il suo operato in favore della riapertura della Cattedrale di San Bartolomeo e di altri luoghi di culto. Avviò la nascente Azione Cattolica e le linee pastorali del cattolicesimo sociale voluto da Leone XIII. Celebrò con grande fede e devozione l’Anno Santo del 1900 e incrementò la fede e la pietà dei fedeli verso l’Eucarestia e la devozione a Maria, soprattutto alla Madonna del Terzito venerata a Salina e in tutte le isole Eolie.
Il momento di più alto significato cattolico è quello che copre i trent’anni di episcopato a Mazara di mons. Audino, incorniciato dall’autore in una brillante sintesi storico-sociale che fa da sfondo a una storia tutta da ricordare. I suoi trent’anni di governo spirituale e materiale della Chiesa di Mazara sono scanditi infatti da una mirabile attività pastorale che gli ha permesso di lasciare un monumento imperituro nella storia di questa Chiesa santa che è in Mazara. A iniziare con il completamento del restauro della Cattedrale, intrapreso da Mons. Quattrocchi suo predecessore, che verteva in pessime condizioni e rischiava di crollare. Così salvo il meraviglioso tempio, ad oggi esistente, rinforzandolo dall’esterno e rivisitandone, anche, l’architettura interna.
Trent’anni di attività pastorale tratteggiati e mirabilmente percorribili, oggi, attraverso il Bollettino Diocesano della Chiesa di Mazara che il vescovo Audino istituì nel 1904, inizio del suo governo pastorale, e distribuì al clero e al laicato come punto di richiamo nello svolgimento, ciascuno del proprio ruolo, a livello diocesano e parrocchiale. Documento pastorale nel quale egli credette, amò e fece amare dal clero diocesano e religioso, obbligando ai parroci che fosse sempre a disposizione del laicato, ne richiese verifica nella visita pastorale; documento al quale si rispecchiò sempre il laicato cattolico gareggiando per contribuire a scrivere nuove pagine di storia, espressione di una Chiesa viva e d’avanguardia. Grazie alla fermezza della sua volontà e all’incisività del suo progetto pastorale, la Chiesa di Mazara vide l’affermarsi del Movimento Cattolico Diocesano con l’istituzione capillare del Movimento di Azione Cattolica in tutte le parrocchie, fiore all’occhiello della Diocesi, che trovò in esso il lievito per i giovani e pose le premesse per la rinascita religiosa, politica e sociale a tutti i livelli. Sono testimonianza viva i vari congressi ciclicamente realizzati in varie città della Diocesi e la solenne celebrazione del Sinodo a Mazara oltre al Congresso Eucaristico diocesano nella città di Alcamo con la presenza dell’Episcopato siculo, di don Lorenzo Perosi: nulla da invidiare a un Congresso Eucaristico nazionale. Se l’Azione Cattolica fu il suo fiore all’occhiello non meno proficua è stata l’attività sociale con la quale favorì la classe operaia con l’istituzione delle Casse Rurali e Artigiane. Gli operai, abbandonati a se stessi, erano facile preda del liberalismo imperante e massonico e del movimento socialista che si andava sviluppando in ogni piccolo e grande comune. Mentre Don Sturzo invitava clero e laicato a un’azione socio-politica assai ardita con un programma concreto, Mons. Audino fece venire da Vallelunga a Mazara il cugino prete don Giovanni Battista Criscuoli, poi rimasto per un trentennio parroco della Cattedrale, e assieme a don Giuseppe Rizzo di Alcamo e a un gruppo di sacerdoti e laici si diede il via all’istituzione di una vera rete di Casse Rurali, risposta concreta della Chiesa di Mazara al documento pontificio Rerum Novarum vera magna carta dell’azione sociale della Chiesa. Casse Rurali e Azione Cattolica, negli anni bui della museruola voluta dal fascismo, permisero al vescovo Audino di creare nella Diocesi un cenacolo di giovani arditi, veri pionieri, che diedero vita successivamente al Partito Popolare auspicato da don Luigi Sturzo, gloria e onore della Chiesa di Sicilia. I giovani trovarono nell’attività pastorale del vescovo, sempre confortata dalla presenza di sacerdoti e laici aperti al sociale, una vera linfa vitale, il lievito valido a trasformare un popolo in Chiesa viva, operante, incisiva in campo religioso e sociale. Tra questi giovani, spicca il nome del castellammarese Bernardo Mattarella, padre dell’attuale Presidente della Repubblica. Diffuse molto il culto alla Madonna, in particolare a quella venerata con il titolo di Madonna del Paradiso, patrona della città e della Diocesi di Mazara.
Chi oggi si accinge a scrivere la storia di questa Chiesa di Mazara non può non tener conto della serie dei Bollettini Diocesani, gelosamente custoditi nell’Archivio Storico Diocesano, degli Atti dei congressi promossi in quegli anni nelle varie città della Diocesi, degli Atti del Sinodo Diocesano, il XIV della serie, un benvenuto pertanto a questo studio monografico, prodotto dal Prof. Michele Vilardo su “Mons. Nicolò Maria Audino, vescovo di Lipari (1899-1903) e vescovo di Mazara (1903-1933)”, che con entusiasmo e dedizione ha inteso tratteggiare la figura sublime di un vescovo, suo conterraneo, onore e gloria certamente del clero di Vallelunga, ma autentico Pastore e Padre per un trentennio della vetusta Chiesa di Mazara del Vallo dove il santo vescovo profuse la ricchezza delle sue doti di mente e di cuore, di Pastore e di Guida sicura. Il lavoro, ricco di note storiche, ha permesso al Prof. Vilardo, di cogliere la presenza del monachesimo basiliano e bizantino nella Sicilia e nell’Italia meridionale e focalizzare con esso la validità della Chiesa di Mazara, che fu la sede, del governo spirituale del vescovo Audino, dalle origini sino al secolo XX inserendo questa stessa Chiesa nell’orbita più estesa della Chiesa siciliana e dei rapporti Chiesa e mondo politico sorti nell’arco dei secoli. Un particolare riguardo l’Autore riserva alla Chiesa nissena, di cui la città di Vallelunga, Patria del vescovo Nicolò Maria Audino, è parte integrante e significativa. Mons. Nicolò Maria Audino, vescovo di eccelse virtù e di grande santità: nulla dies tuam famam terminabit; vescovo di forte e invitta spiritualità, la sua memoria è in benedizione.
Michele Vilardo, "Sua Ecc. Rev.ma Mons. Nicolò Maria Audino da Vallelunga Pratameno α (1861) a Mazara del Vallo ω (1933). CATTOLICESIMO SOCIALE, SPIRITUALITÀ EUCARISTICA E MARIANA", Edizioni La Zisa