La "guerra" delle dichiarazioni tra Corea del Nord e Stati Uniti continua senza sosta. Quello che accade fa venire in mente il Manzoni e i versi del coro del Conte di Carmagnola,

S'ode a destra uno squillo di tromba;
a sinistra risponde uno squillo:
d'ambo i lati calpesto rimbomba ...

Ad una dichiarazione avventata della Corea del Nord, risponde una dichiarazione ancor più avventata degli Stati Uniti, in un'escalation che da rissa di cortile, in base alle considerazioni politiche del momento dei due presunti leader - quello americano e quello nordcoreano - potrebbe addirittura finire per sfociare in un conflitto, anche se non si riesce a capire quale possa essere poi il vantaggio che le conseguenze di una guerra potrebbero portare all'uno o all'altro.

Invece di investigare su questo aspetto, è utile invece sottolineare una notizia riportata da alcune agenzie di stampa estera in relazione a quale potrebbe essere la reazione della Cina in un conflitto tra Usa e Corea del Nord che - non è certo un mistero - è, anche per la sua dislocazione geografica, un paese sostenuto e, in certi momenti, pure mantenuto da Pechino.

Ma l'attuale dittatore Kim Jong-un sembra essere indigesto e indifendibile pure ai vertici del Partito Comunista cinese, tanto che la Cina ha votato a favore delle sanzioni alla Corea del Nord nell'ultimo Consiglio di sicurezza dell'Onu.

Il Global Times è un quotidiano che fa riferimento al Partito Comunista cinese, quindi si può definire un giornale "governativo". Nella sua edizione in lingua inglese, in passato, il quotidiano ha però mostrato una "certa" autonomia rispetto al punto di vista del governo cinese.

Pertanto, resta il dubbio se quanto pubblicato nell'editoriale di giovedì sia da considerarsi una supposizione giornalistica oppure una dichiarazione ufficiale della Cina, seppur mascherata dietro la valutazione soggettiva di un giornalista.

Che cosa ha pubblicato il Global Times? La Cina rimarrà neutrale in un conflitto provocato dalla Corea del Nord attraverso il lancio di missili che possano minacciare o colpire suolo o installazioni americane.

Diversamente, se fossero Stati Uniti e|o Corea del Sud a colpire per primi la Corea del Nord, cercando di modificarne anche l'assetto politico, in tal caso la Cina non starebbe a guardare.

Anche se non è possibile stabilire con certezza se stavolta il Global Times abbia parlato per conto di Pechino o per conto proprio, è però possibile ritenere logicamente probabile che questa possa essere la linea di Pechino che, finora, ha cercato di mantenere sempre un profilo defilato rispetto alla crisi "verbale" tra Corea del Nord e Stati Uniti.

Gli Stati Uniti potranno reagire ad un attacco se provocati ma, allo stesso tempo, è impossibile pensare che la Cina rimanga a guardare, senza reagire, l'invasione del nord da parte di americani e sud coreani.

Perlomeno, adesso, abbiamo uno scenario.