I paracadutisti della Folgore sono stati i protagonisti principali dell'importante esercitazione NATO "Swift Response" che si è conclusa ieri.
Un'esercitazione complessa e anche molto rischiosa: nei giorni scorsi, infatti, un militare canadese è morto durante un lancio con il paracadute. La Brigata Folgore e un C130J dell'Aeronautica Militare, appartenente alla 46a Brigata Aerea di Pisa sono entrate in azione dal 11 al 24 giugno.
L'esercitazione si è svolta in Bulgaria, Croazia e Romania con l'obiettivo di accrescere l'efficacia e l'affidabilità dello U.S Eurpean Command, di testare le capacità operative delle unità aviotrasportate alleate nell'ambito della airborne community.
Per la prima volta nel corso di questa esercitazione un velivolo C-130 dell'Aeronautica Militare, rischierato sulla base aerea di Ramstein (Germania) ha partecipato ad una missione di aviolancio notturno in formazione utilizzando visori NVG (Nigt Visual Goggles). La "Swift Response" ha visto la partecipazione dei militari di sette paesi membri della NATO: Canada, Germania, Francia, Olanda, Spagna,Regno Unito, e USA. Tra di loro i parà della Folgore si sono distinti per la loro elevatissima professionalità nelle varie azioni.
Perché i parà della Folgore hanno avuto un ruolo di primo piano nella "Swift Response" lo spiega il Generale Rodolfo Sganga, Comandante della Folgore, intervistato in esclusiva dal giornalista del "Corriere della Sera" Guido Olimpo: "Da tempo il Pentagono ha deciso di affidare agli esploratori paracadutisti italiani un compito importante. Sono loro ad infiltrarsi, in piccoli gruppi, in un settore preciso per poi preparare l'arrivo del "grosso", il contingente alleato. (...) Per gli USA i nostri militari offrono caratteristiche specifiche di esperienza che li hanno trasformati in una prima scelta."
I parà della Folgore agiscono in condizioni difficili se non impossibili, riuscendo inoltre ad operare in perfetta sinergia con i militari USA: "La Folgore si è lanciata da un C130 italiano ma anche da un C17 statunitense" e questo rappresenta un altro aspetto importante della "Swift Response", come affermato dal Comandante della Folgore, il Generale Rodolfo Sganga nella sua intervista. "Abbiamo 3 fasi:la formazione, l'addestramento, e l'esercitazione. Miriamo ad accrescere l'interazione con altri partner, studiamo, scambiandoci informazioni in modo diretto. Vogliamo stabilire procedure comuni, cosi come uno standard efficace. Tutto questo serve a rendere più agile il dispositivo dell'Alleanza."
I parà della Folgore oltre che essere esperti nella guerra tecnologica sono anche in grado di fare a meno della tecnologia e durante l'esercitazione "un paio di parà hanno preparato un primo report meteo accovacciati tra gli arbusti, ricorrendo a strumenti semplici, non elettronici. Misurazioni riportate su fogli prestampati, righe tirate con penne a più colori." Dunque notevoli capacità di adattamento e ad operare nelle condizioni più estreme se non impossibili e imprevedibili fanno dei parà della Folgore l'eccellenza dell'Esercito Italiano. E lo hanno dimostrato anche durante questa importante esercitazione.