La politica partecipativa del Comune di Perugia? Eccola: Ci sono delle Associazioni di cittadini che sono “mangerecce” ed altre invece “tossiche”!
I funghi son tutti funghi senza dubbio! Ma esistono quelli mangerecci e quelli tossici! Stesso concetto per i nostri amministratori/politici comunali pro tempore per quanto riguarda le Associazione dei cittadini, ci sono quelle assimilabili e quelle che gli fanno venire il mal di pancia e di conseguenza si comportano stabilendo chi può o non può essere degno di partecipare "alla mensa" decisionale della politica comunale!
Il altre parole, secondo la politica del nostro Comune le Associazioni non sono tutte uguali ed il livello di partecipazione alle politiche decisionali della città, dipende dalla collocazione ideologica delle medesime e quindi, per qualcuna di esse che non è dalla parte giusta, è difficoltoso anche farsi prendere sul serio quando, interpellando il Sindaco (o chi per esso) per avere una risposta o dei chiarimenti in merito a qualche problema indifferentemente che sia grande o piccolo, sono alla stregua di “fantasmi invisibili” che fluttuano sopra il cielo della città!
Ergo; il concetto di partecipazione è subordinato a questi criteri per cui, per eventuali richieste, anche scritte al Sindaco Andrea Romizi o a qualche Assessore della sua Giunta, per avere delucidazioni in merito ad uno specifico problema grande o piccolo che sia, non c’è da aspettarsi alcuna risposta in merito se non sei scritto nella sua agenda come interlocutore politico “non tossico”!
Ai suddetti politici/amministratori non piacciono molto quei cittadini che non calpestano le loro orme. Cosa ci vuoi fare; la politica a Perugia è questa!
Per quanto riguarda poi la possibilità che qualche soggetto interessato possa dire che questa è una polemica solo fine a se stessa, vorrei far presente che sto solamente raccontando dei fatti concreti e verificabili che si sono e stanno verificandosi, nella nostra bella città.
Un esempio, per tutti, di recente accadimento; l’Esercito di “Strade Sicure” voluto nel quartiere di Fontivegge!
Non sembra che un fatto così importante, non solo di interesse del quartiere, che qualifica la città come una “Gomorra” per lo spaccio e la criminalità sia necessario, prima di metterlo in atto, portarlo in discussione con tutte le Associazioni che si prestano a difendere il benessere di Perugia; a prescindere che siano della parte politica o no di chi gestisce il Comune in questo momento? Noi di “Perugia: Social City” crediamo di si!
Ed invece è bastato che una sola di queste Associazioni, notoriamente dalla parte giusta per loro, esprimesse il proprio parere che nulla ha ostacolato il mettere in opera quel provvedimento.
Domanda retorica. E questa è la tanto sbandierata partecipazione che gli amministratori/politici avrebbero dato ai cittadini per risolvere i problemi della città in una gestione congiunta?
A parte che i grandi problemi che c'erano sono rimasti tali c'è da evidenziare, ad onor del vero, che ciò che è stato fatto è stato letteralmente imposto, ai suddetti cittadini, con soluzioni politiche preconfezionate a tavolino (al loro tavolino)!
In ogni caso, ancora una volta, si è avuta dimostrazione che l'opportunismo e l'ipocrisia, di qualsiasi parte della politica, tanto di destra che di sinistra, mai cadrà a compromesso con i propri amministrati, sicuramente reputando che gli interessi della parte politica propria sono di qualche chilometro superiori al benessere ed alla sicurezza della gente amministrata.
Giampiero Tamburi (Perugia: Social City)