Sabato, dei talebani hanno impedito ad un piccolo gruppo di donne di continuare la loro manifestazione, sicuramente un atto di sfida e di coraggio, che le vedeva marciare verso il palazzo presidenziale di Kabul per chiedere che i loro diritti, acquisiti con il precedente regime, venissero mantenuti. I talebani, ripresi dalle telecamere, si sono limitati a disperdere le poche manifestanti, per dare di sé un'immagine diversa rispetto a quella repressiva che li aveva contraddistinti fino al 2001.

Ma i talebani, diciamo così, in versione 2.0, sembrano solo un'operazione di facciata, di pura propaganda. Il loro vero volto, infatti, non sembra cambiato, quando non ci sono le telecamere a riprenderli... soprattutto nelle province, lontano dalla capitale.

Lo testimonierebbe quanto accaduto a Firozkoh, capoluogo della provincia di Ghor, che si trova nella parte centrale dell'Afghanistan.

Secondo testimonianze dirette riferite dalla BBC, Banu Negar, una poliziotta incinta di otto mesi che prestava servizio presso il locale penitenziario, sabato è stata picchiata e uccisa  nella sua abitazione, davanti al marito e ai figli. I parenti hanno mostrato le immagini di una parete imbrattata di sangue e di un corpo, nell'angolo di una stanza, con il viso pesantemente sfigurato.

Zabiullah Mujaheed, un portavoce talebano, ha ammesso l'accaduto, ma ha negato che la responsabilità dell'uccisione sia da attribuire ai talebani, motivandola come semplice fatto di cronaca su cui, naturalmente, è in corso un'inchiesta.

Sebbene i talebani abbiano dichiarato ufficialmente che non metteranno in atto ritorsioni contro coloro che hanno lavorato per l'ex governo, ong che operano per il rispetto dei diritti umani hanno documentato uccisioni, detenzioni e persecuzioni ad opera dei talebani, in particolar modo nei confronti di appartenenti a minoranze religiose.


Crediti immagine: Foto della vittima fornita alla BBC dalla famiglia