L'AP ha dichiarato di aver appreso da una fonte israeliana, che ha parlato a condizione di rimanere anonima, che Tel Aviv ha acquistato 40mila tende da fornire alla popolazione di Gaza a supporto dell'operazione per ricollocare la popolazione civile in precedenza fatta ammassare a Rafah e nell'area limitrofa a ridosso del confine egiziano.
In serata, il premier Netanyahu ha dichiarato pubblicamente che è stata fissata una data per l'attacco di terra che vedrà i soldati israeliani entrare a Rafah.
Da Washington, gli Stati Uniti hanno fatto sapere di non esser stati informati su una data per l'invasione di Rafah, secondo quanto dichiarato dal portavoce del Dipartimento di Stato, Matthew Miller, ai giornalisti in una conferenza stampa già programmata precedentemente, ricordando di nuov che l'amministrazione Biden non vuole vedere un'invasione su vasta scala di Rafah:
"Abbiamo chiarito a Israele che riteniamo che un'invasione militare su vasta scala a Rafah avrebbe un effetto enormemente dannoso sui civili lì rifugiati e che alla fine danneggerebbe la sicurezza di Israele".
E in merito al cessate il fuoco?
I colloqui al Cairo dovrebbero riprendere martedì, dopo che per tutta la giornata sono state fornite indicazioni più che contrastanti sul loro esito.
Per l'Egitto vi sarebbero significati passi avanti, negati però sia dal governo israeliano che da Hamas... che però non è detto che le loro dichiarazioni non siano volutamente negative per evitare polemiche e strumentalizzazioni che potrebbero far fallire la trattative.
Secondo Haaretz, fonti di Hamas hanno affermato che l'ultima proposta di accordo, presentata da Stati Uniti ed Egitto, includerebbe nella prima fase il rilascio di 900 prigionieri detenuti da Israele – tra cui 100 che stanno scontando l'ergastolo – e un accordo per i civili sfollati a cui sarebbe concesso il ritorno nel nord di Gaza, senza limiti di età.
Inutile, pertanto, fare qualunque tipo di previsioni.