Durante lo svolgimento di una manifestazione antirazzista a Dallas, in Texas, undici poliziotti sono stati colpiti da proiettili sparati presumibilmente da dei cecchini, secondo quanto ha riferito David Brown, capo della polizia locale. Cinque di loro sono morti per le ferite riportate, degli altri due sono stati operati e tre sono in pericolo di vita. E' stata ferita anche una passante, colpita ad una gamba.
Molti degli agenti sarebbero stati colpiti alle spalle. Alcuni di loro appartenevano alla polizia di Dallas, altri alla DART (Dallas Area Rapid Transit).
Tutto è iniziato poco prima delle 21 (ora locale), le 4 di mattina in Italia, quando dei cecchini armati di fucili di precisione hanno aperto il fuoco, presumibilmente da postazioni sopraelevate, in modo che i loro colpi potessero causare il maggior numero di vittime possibile.
Tre sospetti responsabili, fra cui una donna, sono stati catturati. Con un altro uomo rifugiatosi all'interno di un parcheggio, c'è stato uno scambio di colpi con le forze di polizia durato più di 45 minuti. L'uomo avrebbe detto "La fine è vicina", aggiungendo di aver messo delle bombe in città e che ci sarebbero state altre vittime.
Inizialmente la polizia aveva diffuso la foto di un presunto sospetto. Successivamente, però, Mark Hughes, questo il suo nome, si è consegnato spontaneamente alle forze dell'ordine ed è risultato completamente estraneo alla vicenda.
Immagini delle televisioni locali, mostrano i partecipanti alla manifestazione e gli agenti che, durante la sparatoria, cercano riparo dietro i veicoli ai lati della strada.
Artificeri stanno verificando l'eventuale presenza di esplosivi nel centro città. I trasporti pubblici sono stati sospesi ed è stato bloccato lo spazio aereo sopra la città di Dallas.
La manifestazione, iniziata pacificamente, era stata indetta per protestare contro l'uccisione di due afroamericani, uno in Minnesota e l'altro i Louisiana, per mano delle forze di polizia.