Il resoconto dell'incontro tra Francesco e Kirill a Cuba
L'incontro tra Papa Francesco e il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia Kirill, riassunto in una dichiarazione congiunta firmata da entrambi, ha avuto un senso prima di tutto religioso: rimuovere gli ostacoli per ristabilire l'unità tra la Chiesa Cattolica e quella Ortodossa, superando le divergenze storiche ereditate ed unire così gli sforzi per rispondere alle «sfide del mondo contemporaneo» con gli strumenti che offrono «il Vangelo di Cristo e il patrimonio comune della Chiesa del primo millennio».
E da questa base, Francesco e Kirill hanno passato in rassegna le difficoltà e i problemi dei cristiani nel mondo. Tra questi hanno ricordato le persecuzioni e l'esodo dei cristiani in Siria e Iraq, come anche in altre aree del Medio Oriente, appellandosi alla comunità internazionale affinché intervenga urgentemente per prevenire l’ulteriore espulsione dei cristiani da quelle terre.
Anche lo scontro in Ucraina ha trovato spazio nella dichiarazione congiunta con l'invito alle parti in causa ad un'azione che possa costruire la pace ed alle Chiese in Ucraina a lavorare per pervenire all’armonia sociale, astenendosi dal partecipare allo scontro e a non sostenere un ulteriore sviluppo del conflitto.
Ma anche gli aspetti sociali sono stati ricordati, con l'ammonimento che il «consumo sfrenato [...] sta esaurendo gradualmente le risorse del nostro pianeta. La crescente disuguaglianza nella distribuzione dei beni terreni aumenta il sentimento d’ingiustizia nei confronti del sistema di relazioni internazionali che si è stabilito».
E pure gli aspetti etici hanno trovato spazio nel pensiero comune di Francesco e Kirill che hanno ribadito che «la famiglia si fonda sul matrimonio, atto libero e fedele di amore di un uomo e di una donna. È l’amore che sigilla la loro unione ed insegna loro ad accogliersi reciprocamente come dono», rammaricandosi che «altre forme di convivenza siano ormai poste allo stesso livello di questa unione, mentre il concetto di paternità e di maternità come vocazione particolare dell’uomo e della donna nel matrimonio, santificato dalla tradizione biblica, viene estromesso dalla coscienza pubblica».
Inoltre, hanno invocato il rispetto al diritto inalienabile alla vita con milioni di bambini privati della possibilità stessa di nascere nel mondo e condannato «lo sviluppo della cosiddetta eutanasia [che] fa sì che le persone anziane e gli infermi inizino a sentirsi un peso eccessivo per le loro famiglie e la società in generale, senza dimenticare neppure lo «sviluppo delle tecniche di procreazione medicalmente assistita, perché la manipolazione della vita umana è un attacco ai fondamenti dell’esistenza dell’uomo, creato ad immagine di Dio.»