Il 26 ottobre, una "delegazione ebraica" guidata dalla presidente UCEI Noemi Di Segni, e di cui facevano parte la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, il vicepresidente dell’Unione Giorgio Mortara ed il segretario generale UCEI Gloria Arbib, è stata ricevuta dal Ministro degli Esteri Gentiloni.

In un comunicato dell'UCEI, così è stato definito l'incontro: «Un incontro positivo e costruttivo. Con grande apprezzamento, accolgo le rassicurazioni e le indicazioni fornite oggi dal Ministro Gentiloni. Siamo certi che d’ora in poi in sede Unesco e nelle altre istituzioni internazionali i nostri rappresentanti faranno registrare un deciso cambio di rotta. In questi tempi di grave minaccia alla sicurezza e ai più fermi valori dell’integrazione europea e di radicamento del fondamentalismo islamico, come ha sottolineato il ministro, la politica estera deve svolgere la sua seria azione. L’Italia ha tutte le potenzialità, oltre che il dovere, di essere un punto di riferimento credibile anche per le altre grandi nazioni d’Europa e del mondo».

Il motivo di tale incontro è la conseguenza delle parole del presidente del Consiglio Matteo Renzi che avevano commentato come allucinante la mozione Unesco che secondo gli ebrei - e non solo quelli italiani - negherebbe l’ebraicità storica di alcuni luoghi di Gerusalemme, anticipando il voto contrario dell'Italia sullo stesso argomento ai prossimi appuntamenti Unesco.

In relazione a tale mozione, l'Italia si era astenuta. Evidentemente, a causa di tale scelta, si devono essere moltiplicate le proteste del mondo ebraico italiano e, per questo, ieri ha avuto luogo la riparazione richiesta al governo, accompagnata dalle rassicurazioni del ministro degli Esteri.

Dopo l'incontro, alla Camera ha avuto luogo un question time dove era stato sollevato l'argomento Unesco, cui Gentiloni è intervenuto pronunciando le seguenti parole: «Se le stesse proposte ci saranno ripresentate ad aprile, il governo italiano passerà dall’astensione al voto contrario».

Le parole di  Gentiloni, sono poi state commentate dal deputato Fiano, parlamentare PD ma anche noto esponente del mondo ebraico italiano: «Nessuna pace sarà mai aiutata dalla falsificazione della storia. Gerusalemme è sede delle radici di tre religioni, raccontare una storia falsa, falsare le origini di quei luoghi: non aiuterà nessuno. Per questo abbiamo apprezzato la presa di posizione del ministro Gentiloni e del presidente del Consiglio all’indomani del voto di astensione dell’Italia all’Unesco. Bisogna continuare a lavorare e sono lieto dell’affermazione appena fatta dal ministro sul prossimo voto contrario a simili affermazioni in futuri documenti dell’Unesco».

Infine, l'UCEI ha rilasciato sull'argomento anche un comunicato stampa indirizzato al presidente della Repubblica Sergio Mattarella in relazione ad una sua prossima visita a Gerusalemme, perché «dall’alto del suo prestigio il Quirinale possa risvegliare un orientamento di saggezza ed equilibrio, l’unico che possa rappresentare i sentimenti di tutte le identità e di tutti i cittadini, e affermare i nostri più importanti valori costituzionali. Non abbiamo altro da chiedere che tenere in alto l’onore dell’Italia e garantire al nostro Paese un ruolo da protagonista nell’immenso lavoro di costruzione della pace che ci deve vedere tutti impegnati.»

Il motivo di tanto attivismo da parte degli ebrei italiani è stato generato - come ricordato in precedenza - dalla mozione di alcuni Paesi arabi presentata in sede Unesco in cui si negava, secondo quanto da loro sostenuto, "l’identità ebraica di Gerusalemme e dei suoi storici luoghi di preghiera e raccolta, di pianto e feste, di inno alla vita e alla libertà ritrovata".

All'UCEI è giusto, pertanto, far rispondere un ebreo che, in quanto tale, non potrà essere considerato antisemita o altro, a causa di non condividere le loro tesi. L'ebreo in questione è Moni Ovadia che, su il Manifesto, ha dato una diversa innterpretazione della mozione Unesco che tanto ha fatto discutere.

«In apertura, la risoluzione riconosce che Gerusalemme e le sue mura sono sacre ai tre monoteismi e ai loro fedeli: ebrei, cristiani musulmani. Non c’era dunque alcuna ragione di gridare all’antisemitismo, di accusare la risoluzione di voler negare il legame degli ebrei con quei luoghi. In realtà a me pare di intuire che la reazione degli ultras pro Israele, senza se e senza ma, dipenda piuttosto dal fatto che nei commi successivi la risoluzione si riferisca ripetutamente ad Israele con la definizione di “potenza occupante” e ne denunci la pratica violenta dei fatti compiuti sul territorio.»

Proprio quello il punto che UCEI e adesso anche governo italiano hanno dimenticato di ricordare,  dimenticando anche di citare la condanna delle provocazioni degli ultra ebrei nella spianata delle Moschee e la scellerata urbanizzazione di Israele a Gerusalemme Est. Anche i media, naturalmente, per lo più non hanno riportato la vicenda per intero ricordando i fatti e le motivazioni cui anche lo stesso direttore generale Unesco, Irina Bokova, aveva fatto cenno.

Nel frattempo, ricordiamo a Fiano, all'UCEI e a Gentiloni che proseguono a Gerusalemme Est le demolizioni delle abitazioni dei palestinesi che, curiosamente, non ottengono permessi di costruzione perché sempre o quasi sempre vengono rigettati dal Comune di Israele. Al tempo stesso, continuano, in quel territorio, ad essere realizzate abitrazioni ed infrastrutture israeliane finanziate da Stato e Comune di Gerusalemme, di cui solo gli israeliani possono usufruire. Da parte di Fiano, dell'UCEI e di Gentiloni, su questo argomento, non è stata rilasciata alcuna dichiarazione come neppure alcuna interrogazione parlamentare è stata richiesta.