Un comunicato stampa della presidenza del Consiglio ci fa sapere che il premier "Giuseppe Conte ha avuto ieri sera un colloquio telefonico con il Presidente della Repubblica francese Emanuel Macron durante il quale hanno potuto discutere la situazione della nave Aquarius e avere uno scambio di vedute.

Il Presidente Macron ha sottolineato di non aver pronunciato alcuna espressione volta ad offendere l’Italia e il popolo italiano.

Il Presidente della Repubblica e il Presidente del Consiglio hanno confermato l’impegno della Francia e dell’Italia a prestare i soccorsi nel quadro delle regole di protezione umanitaria delle persone in pericolo.

Il Presidente della Repubblica ha ricordato di aver sempre difeso la necessità di una solidarietà europea accresciuta nei confronti dell’Italia. L’Italia e la Francia devono approfondire la loro cooperazione bilaterale ed europea per una politica migratoria efficace con i paesi di origine e di transito attraverso una migliore gestione europea delle frontiere e un meccanismo di solidarietà nella presa in carico dei rifugiati.

Macron e Conte hanno convenuto che, in vista del Consiglio Europeo di fine giugno, sono necessarie delle nuove iniziative da discutere insieme.

Per evocare questi temi e i numerosi dossier di comune interesse, il Presidente della Repubblica e il Primo Ministro Conte si incontreranno a Parigi venerdì per pranzo di lavoro seguito da una conferenza stampa."


Pertanto, la crisi tra Francia e Italia annunciata nelle scorse ore è rientrata. Però, i presupposti che hanno portato alla crisi e, soprattutto, i temi indicati nel comunicato che hanno portato alla distensione dei rapporti diplomatici tra i due Paesi, rischiano di diventare un nuovo casus belli al prossimo Consiglio Europeo, anche in considerazione del fatto che la stessa Germania potrebbe avere difficoltà a rispettare gli impegni per una ripartizione del numero dei profughi tra i Paesi Europei.

Infatti, il nuovo esecutivo tedesco, proprio sul tema migranti, nelle scorse ore ha rischiato di naufragare solo a tre mesi dalla sua nascita e, paradossalmente, a causa delle frizioni non con i socialisti, ma tra gli stessi alleati di CDU (Unione Cristiano-Democratica) e CSU (Unione Cristiano-Sociale, partito gemello della CDU che però si presenta solo in Baviera).

Il ministro dell'Interno del governo tedesco è Horst Seehofer, della CSU... lo stesso che ha invitato Salvini a Berlino e lo stesso con cui Salvini dice di essere in perfetta sintonia.


Il piano per l'immigrazione di Horst Seehofer prevede una politica di respingimenti da parte delle autorità tedesche, in pratica un dietrofront della politica delle porte aperte voluta dalla Merkel a partire dal 2015, e già in parte ridimensionata. La Merkel non è dello stesso avviso.

Ma in Baviera, ad ottobre, ci sono le elezioni e non si preannunciano una passeggiata per la CSU. E che la questione migranti sia sentita anche in Germania come un problema è la spiegazione del consenso ricevuto dal partito di estrema destra (AfD) alle elezioni politiche del settembre 2017.

Con questa premessa, una quasi crisi tra due partiti gemelli, come è possibile pensare che la Germania possa appoggiare, al vertice dell'Unione europea del 28-29 giugno, un diverso metodo di gestione e accoglienza dei migranti in Europa che possa essere giudicato dall'Italia soddisfacente per scaricare il peso degli sbarchi dal proprio territorio?