A fine mattinata, il post elezioni in Sardegna, non è stato ancora elaborato dai principali partiti della maggioranza, come dimostrano i profili social sia di Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia, che quelli dei rispettivi leader. Hanno gettato un velo pietoso per nascondere la rovinosa uscita di strada dell'allegra macchina da guerra (elettorale) che ritenevano dover essere invincibile.

La Lega e la sua rappresentanza locale simboleggiata dal Partito Sardo d'Azione hanno dato seguito alla promessa annunciata (anche se non ufficializzata in pubblico), di non votare per il candidato di coalizione, il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu di FdI, imposto da Meloni che non ha voluto la ricandidatura del presidente leghista uscente, Solinas.

C'è da dire, però, che Paolo Truzzu, nella sua Cagliari, ha perso di quasi 20 punti rispetto alla sua rivale, la ormai neo presidente Todde. Non a caso, visto che lo conoscono bene... e che, proprio per tale motivo, è finito terz'ultimo come gradimento nella classifica dei sindaci delle città italiane. 

Anche se in parte spiegabile con il voto ricevuto dal partito alleato, il numero di preferenze ottenute dalla Lega di Matteo Salvini è comunque imbarazzante. Il 3,8% leghista infatti non è un gran risultato, dopo che il suo segretario da inizio febbraio si è praticamente insediato nell'isola, che ha percorso in tutte le direzioni per fare campagna elettorale. Considerando questo aspetto, la debacle personale del ministro delle Infrastrutture è innegabile.

E di debacle personale si può parlare anche in relazione a Giorgia Meloni che ha preteso un candidato che è stato giudicato poco credibile e per nulla gradito nella città da lui governata! Quella della premier è una scoppola elettorale al quadrato, considerando anche che Fratelli d'Italia non è neppure il partito che ha ricevuto più voti, superato dal Pd di Elly Schlein!

I giornali della maggioranza di destra-centro hanno già disegnato la via di fuga per la coalizione, sottolineando che i partiti che la compongono sono arrivati ad ottenere quasi il 49%... un trionfo. Ma quello che non dicono è che la coalizione di sinistra che ha sostenuto la Todde aveva anche un avversario in casa, Renato Soru, che ha tolto a lei e alla colazione del campo largo o giusto (come si preferisce chiamarla) i voti che avrebbero etichettato l'attuale vittoria come schiacciante.

Pertanto, chi paventa un effetto domino nella maggioranza di governo a seguito della sconfitta in Sardegna ha in proposito ragioni da vendere.