A seguito di una serie di operazioni di soccorso effettuate nei primi giorni di luglio nel Mediterraneo centrale, sul ponte della Ocean Viking, da giorni sono ospitate 572 persone, naufraghi che hanno urgente bisogno di un porto sicuro in cui sbarcare.
Tra meno di 24 ore le scorte alimentari preconfezionate a bordo della nave gestita da SOS Mediterranee andranno esaurite. Il nostro equipaggio ha compiuto il suo dovere legale e morale di salvataggio.
#OceanViking ancora senza indicazione su dove e quando fare sbarcare 572 naufraghi.
— SOS MEDITERRANEE ITA (@SOSMedItalia) July 7, 2021
L'incertezza e il caldo - molti dei sopravvissuti sono al sole, sul ponte - si aggiungono allo shock del viaggio e degli abusi subiti in #Libia. La tensione sale.
Viviana, soccorritrice: pic.twitter.com/VqUdiILRvC
Ieri sera, un uomo si è gettato in mare dopo esser stato salvato una settimana fa... una settimana fa! L'equipaggio lo ha soccorso e non in pericolo.
Però, ancora nessun porto è stato indicato alla Ocean Viking per lo sbarco dei naufraghi a bordo. La situazione peggiora. Il nostro team medico segnala sempre più casi di disagio psicologico. L'assenza di informazioni non è più sopportabile e con il caldo sale anche la tensione.
Dopo l'ultimo Consiglio europeo in cui il tema migranti era tra quelli all'ordine del giorno, nulla è cambiato.
Così si è espressa in relazione alla situazione sulla nave Luisa Albera, Coordinatrice Ricerca e Soccorso di SOS MEDITERRANEE, attualmente a bordo della Ocean Viking:“La situazione a bordo della Ocean Viking peggiora di ora in ora. Non c’è tempo per discutere a porte chiuse. Bisogna trovare immediatamente una soluzione e individuare un luogo sicuro per i 572 naufraghi a bordo. Nonostante cinque richieste di PoS (Luogo sicuro) inviate dalla Ocean Viking alle autorità marittime competenti, siamo tenuti all’oscuro di tutto. Tenere in attesa i sopravvissuti sul ponte della nostra nave, esposti al sole e alle intemperie, è disumano. Va oltre ogni immaginazione. Inevitabilmente, la tensione e la stanchezza sono al massimo a bordo dell’Ocean Viking. Ieri sera un uomo in forte stress psicologico si è buttato in mare. Ha spiegato il suo gesto disperato dicendo che avrebbe potuto resistere se avesse saputo quando lo sbarco sarebbe avvenuto, ma che “non poteva più sopportare l’incertezza”. I team medico e di supporto osservano un aumento del disagio psicologico e della stanchezza tra le donne, i bambini e gli uomini a bordo. Uno dei due minori disabili mostra segni di crescente rigidità del corpo a causa della riduzione dei movimenti fisici e ha dovuto essere trasferito all’ambulatorio medico durante la notte. Una nave è per definizione un mezzo temporaneo di trasporto verso un luogo sicuro per le persone salvate in mare. Trattenere le persone su una nave per un periodo di tempo prolungato, quando hanno appena vissuto un’esperienza vicina alla morte in mare, è aggiungere violenza e sofferenze inutili ed evitabili. Inoltre, domani finiremo i kit di cibo preconfezionato ed entro sabato non saremo in grado di soddisfare tutti i bisogni nutrizionali dei sopravvissuti. Con oltre 570 sopravvissuti alloggiati sul ponte di poppa della Ocean Viking, tutto lo spazio disponibile viene utilizzato, il che rende quasi impossibile per le nostre squadre distribuire qualsiasi altro tipo di cibo che non siano razioni preconfezionate che coprano 24 ore di fabbisogno nutrizionale per ogni persona. La preparazione di pasti cucinati richiederebbe troppo tempo per soddisfare i bisogni di tutti e la sua distribuzione sarebbe troppo complicata, dato che le persone possono a malapena muoversi sulla nave. Come se la situazione dei sopravvissuti non fosse abbastanza critica, domani il tempo peggiorerà. Se non si trova una soluzione entro stasera, la Ocean Viking dovrà cercare riparo a est della Sicilia domani. Assegnare rapidamente un luogo sicuro alle persone salvate in mare, non è solo un obbligo morale, è un dovere legale. Chiediamo agli stati membri dell’Unione europea di mostrarsi solidali e di sostenere gli stati costieri. Le autorità marittime non possono lasciarci ancora in queste condizioni terribili. Occorre trovare una soluzione subito”.