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Nelle scorse settimane una diciassettenne è morta in Egitto a causa di un’infibulazione finita male benché sia vietata dalla legge, la pratica è comunque diffusa (e, nel caso specifico, effettuata in una clinica). Non si faccia però l’errore di pensare che vicende del genere sono circoscritte a un paese lontano, ritenuto magari anche arretrato e incivile. A casa nostra, a Torino, un neonato figlio di migranti ghanesi è morto pochi giorni fa dopo una circoncisione praticata da un saldatore, pagato cento euro per la sua prestazione. La difesa si appella ora al "libero esercizio della fede religiosa".