Esteri

Nuove proteste a Charlotte. Accusata di omicidio colposo l'agente che ha sparato a Tulsa

Sono continuate, pur se in modo pacifico, le proteste nella città di Charlotte, in Nord Carolina, nella notte fra giovedì e venerdì.

Per la terza notte di seguito, centinaia di persone sono scese in strada chiedendo giustizia per Keith Scott, l'afroamericano ucciso da un poliziotto, anche lui di colore, martedì scorso. La polizia ha fatto uso di gas lacrimogeni e di proiettili di gomma per disperdere un gruppo di manifestanti che bloccavano il traffico.

Questa volta non ci sono stati scontri né feriti come nelle notti precedenti. Solo due agenti hanno dovuto far ricorso alle cure dei medici dopo che una sostanza chimica era stata loro spruzzata addosso dai dimostranti. Intanto, è stata confermata la morte dell'uomo rimasto ferito durante le proteste nella giornata di mercoledì.

La famiglia ha avuto la possibilità di vedere il video che mostra l'uccisione di Keith Scott e ha insistito perché sia reso pubblico. Il loro avvocato ha dichiarato che nel video si vede che l'uomo non aveva assolutamente alcun atteggiamento aggressivo e minaccioso nei confronti dei poliziotti.

Dalle riprese è impossibile stabilire, come ha confermato anche il capo della polizia di Charlotte, se Scott avesse avuto in mano un'arma, come inizialmente sostenuto dagli agenti presenti sul posto, oppure, come hanno sempre dichiarato i familiari, un libro che stava leggendo in auto, in attesa dell'arrivo dello scuolabus del figlio.

L'uomo lo scorso anno aveva subito un grave trauma alla testa a seguito di un incidente d'auto. Ne portava ancora le conseguenze e si muoveva molto lentamente, con difficoltà.

A Tulsa, in Oklahoma, è stata accusata di omicidio colposo Betty Shelby (foto), l'agente che la scorsa settimana aveva ucciso Terence Crutcher, che si era fermato con la sua auto al centro della strada per un guasto.

Autore Antonio Gui
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