Gli ultimi interpreti afgani rientreranno in Italia con la Brigata Folgore, termina cosi la prima fase del rientro in Italia dei collaboratori afgani del contingente italiano in Afghanistan. Si è conclusa così l'operazione Aquila.
L'operazione è stata pianificata e condotta dal COI ovvero il Comando Operativo di vertice Interforze, al comando del Generale di Corpo d'Armata Luciano Portolano in coordinamento con il ministero degli Affari Esteri, del Ministero dell'Interno, del Ministero della Salute, della Croce Rossa Italiana e Aeroporti di Roma.
Sono in tutto 228 i collaboratori tra i quali ci sono anche autisti, baristi rientrati l'altra notte all'Aeroporto di Fiumicino, tra di loro ci sono anche gli interpreti che in più appelli hanno pregato i militari italiani di non dimenticarli. Temono infatti le rappresaglie dei talebani adesso che la missione dei militari italiani in terra afgana si è conclusa.
Durante gli anni della missione Resolute Support molti di loro sono rapiti torturati e uccisi dai Talebani, rei di collaborare con gli "invasori". La loro collaborazione con il contingente italiano è stata davvero preziosa, e infatti i militari italiani non li hanno abbandonati facendoli trasferire in Italia, dove verranno integrati assieme alle loro famiglie.
Alcuni di loro sono risultati positivi al Covid-19, e sono quindi stati messi in isolamento presso il Centro Sportivo dell'Esercito della Cecchignola, il covid Hotel e la struttura militare dell'Esercito di Camigliatello Sitano.
Gli altri collaboratori afgani invece sono ospitati presso alcune strutture militari dell Marina e dell'Esercito e sono al sicuro. Come aveva affermato il MInistro della Difesa Guerini: "L'Italia non dimentica chi in questi anni ha collaborato con i nostri militari". (lasottilelinearossa.over-blog.it)