Il Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin  ha rappresentato  il Papa Francesco all'incoronazione di Re Carlo e della Regina Camilla,  e sarà il primo rappresentante pontificio ammesso per questa cerimonia all'interno dell'Abbazia di Westminster dal 1553.

Così l'ambasciatore britannico presso la Santa Sede, Christopher Trott, ha commentato l'incoronazione avvenuta oggi nell'Abbazia di Westminster di Carlo III e consorte in una intervista a Vatican News.

"È la prima volta - ha detto Trott - che un rappresentante papale è presente all'incoronazione all'interno dell'Abbazia di Westminster dal 1553. Quando la Regina Elisabetta II fu incoronata il 2 giugno 1953, prima del Concilio Vaticano II, il rappresentante di Papa Pio XII in Gran Bretagna dovette seguire la cerimonia da una tribuna appositamente costruita fuori dalla Cattedrale di Westminister - la chiesa madre cattolica - che si trova a circa 400 metri dall'Abbazia".

L'Ambasciatore Trott ha spiegato che dopo aver giurato di sostenere la legge e la Chiesa, il Re viene parzialmente svestito e unto con olio santo. Questa, ha detto, è la parte più "sacra" della cerimonia ed è stata fatta in privato. Re Carlo III ha ricevuto l'unzione con l'olio senza che il pubblico vedesse questa parte di cerimonia, è stato infatti utilizzato un paravento. Il Re si è tolto la veste cerimoniale e si è seduto sulla sedia dell'incoronazione per essere unto. Un modo per sottolineare lo status spirituale del sovrano, che è anche il capo della Chiesa d'Inghilterra. Una delle novità di questo momento sacro è che l'olio, prodotto e benedetto a Gerusalemme, non contiene prodotti di origine animale, come da specifica richiesta personale di Re Carlo. La religiosità di questo momento, ha spiegato l'Ambasciatore Trott, "riflette le promesse che il Re fa a Dio e non solo al suo popolo".

Tra i molti titoli del Re c’è anche quello di "Difensore della Fede" e di "Governatore Supremo della Chiesa d'Inghilterra"... un ruolo tutt'altro che nominale. "Simbolicamente, egli è considerato il capo della Chiesa d'Inghilterra e tecnicamente, quindi, sarebbe il Re a nominare gli arcivescovi della Chiesa d'Inghilterra. A causa del rapporto tra Stato e Chiesa, tuttavia, la nomina di un arcivescovo, in particolare dell'arcivescovo di Canterbury, avviene su raccomandazione del Primo Ministro al monarca".

L'ambasciatore Trott ha espresso la convinzione che come la fede ha svolto un ruolo importante durante il regno di Elisabetta, questa caratteristica continuerà, come testimoniato dal fatto che "la prima volta che si è rivolto al suo popolo, il giorno dopo la morte di sua madre, Carlo ha fatto riferimento al fatto che la regina  aveva usato la sua fede come base per tutto ciò che faceva, e anche lui si è impegnato a lavorare sulla stessa base. "E sebbene sia sempre stato interessato al dialogo con le altre fedi, la sua fede è fondata sulla sua educazione cristiana e sul suo ruolo di capo della Chiesa d'Inghilterra e della Chiesa di Scozia".

L'ambasciatore Trott si è detto assolutamente fiducioso di poter continuare a sviluppare le calorose e fruttuose relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e il Regno Unito, che sono prosperate durante il regno della Regina Elisabetta II. Re Carlo, ha osservato, ha già incontrato tre Papi nella sua vita: Giovanni Paolo II, Benedetto XVI - quando ha visitato il Regno Unito - e Papa Francesco. "Mi aspetto che ci sia una relazione continua e reciprocamente rispettosa tra il sovrano britannico e il Santo Padre", ha detto, e ha ricordato il "gesto davvero impressionante fatto da Papa Francesco nel periodo precedente l'incoronazione con il dono di un pezzo della Vera Croce".


Fonte: Vatican News