Maretta nel partito Laburista britannico, subito dopo il referendum sulla permanenza nell'Unione Europea. Il suo leader, Jeremy Corbin, è stato fatto oggetto delle critiche di molti dei parlamentari del suo partito, sia di quelli a favore della Brexit, che gli hanno rimproverato di aver assunto una posizione a favore della permanenza in Europa, sia dei contrari, che invece si sono lamentati di una campagna non troppo convinta ed efficace.

Tutto questo malcontento si è formalmente concretizzato in un voto di sfiducia nei confronti di Corbyn e nelle dimissioni di molti dei membri del governo ombra. Corbyn, però, ha dichiarato di essere fermamente deciso a rimanere al suo posto.

Un aspetto positivo per il partito Laburista c'è stato in questa vicenda. Infatti, negli ultimi dieci giorni si sono iscritti al partito ben centomila nuovi aderenti e, per la prima volta, il numero degli iscritti ha superato il mezzo milione.

Ma la cosa ancor più interessante è che la maggioranza (circa l'80%) avrebbe deciso di iscriversi proprio in appoggio a Jeremy Corbyn e a lui darebbe il suo voto nel caso si decidesse di fare una nuova consultazione per la nomina del segretario del partito.

C'è da dire, che solo la metà dei nuovi iscritti ha dichiarato il motivo che li ha spinti a tesserarsi, gli altri non si sono espressi, ma è ipotizzabile di poter applicare anche a loro percentuali simili.

E' una chiara testimonianza della profonda spaccatura esistente, in campo laburista, fra la base e la rappresentanza parlamentare. Una situazione che, comunque, rafforza la posizione di Corbyn e sicuramente ha fatto cambiare idea a quanti già stavano accarezzando l'idea di nuove elezioni, per sostituire l'attuale leader con Angela Eagle, già ministro del governo ombra e su posizioni più moderate rispetto a Corbyn.