Va bene, l'hanno preso, sono stati bravi e sono contento. Ma penso che non ci sia molto da festeggiare, da far passerelle in prima serata. Non c'è proprio da stare tranquilli, tipo ora staremo meglio e qualcosa abbiamo risolto.

Il fatto che un simile criminale abbia potuto tranquillamente farsi beffe di tutti, continuando a viaggiare liberamente anche per il mondo, continuando a gestire traffici, risorse finanziarie enormi movimentate alla faccia del limite ai contanti e dell'antiriciclaggio; abbia continuato imperterrito a minacciare, far uccidere, influire su appalti assegnazioni nomine restando tranquillamente sotto falso nome a casa sua, questo è davvero inquietante.

Di questo dovremo aver paura, perché lui, ormai vecchio e malato, potranno anche metterlo in isolamento impedito a influire su qualsiasi cosa, ma tutto il resto rimane, pronto per essere utilizzato dal successore. E non parlo solo della struttura criminale vera e propria da lui governata.

Parlo di quella estesissima rete di chi sapeva e per convenienza taceva; di quella intricata rete di connivenze, complicità, omertà, silenzi interessati, coperture che innerva tutta la nostra società.

Parlo di decine, forse centinaia o migliaia addirittura di persone che sapevano o potevano sapere, che hanno visto e finto di non vedere, che potevano sospettare, intuire e per trent'anni hanno taciuto. Questi sono ancora lì, liberi e pronti all'uso.

Bene che lo abbiano finalmente preso, ha magari un valore simbolico la cosa, ma tutto questo è sopravvissuto a Totò Riina, a Provenzano e sopravviverà - temo - anche a Matteo Messina Denaro!

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