Nella sessione straordinaria del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite presieduto dal Kuwait che si è tenuto martedì a New York per discutere la situazione in Medio Oriente, compresa la questione palestinese, il presidente dell'ANP Mahmoud Abbas ha proposto un piano di pace da discutere in una conferenza internazionale da tenersi entro metà anno - basata su risoluzioni internazionali e con un'ampia partecipazione di Paesi terzi - che includa, ovviamente, sia i palestinesi che gli israeliani.

Abbas ha affermato che i risultati della conferenza devono includere l'accettazione della Palestina come stato membro a pieno titolo delle Nazioni Unite - compresa la richiesta del Consiglio di Sicurezza finalizzata a tale obiettivo - il riconoscimento reciproco dei confini del 1967 da parte di israeliani e palestinesi, la formazione di un meccanismo internazionale multilaterale che aiuti le parti a negoziare per risolvere tutte le questioni relative allo status permanente secondo gli Accordi di Oslo.

Il piano prevede anche che debbano essere evitate azioni unilaterali durante i negoziati, che riguardino, ad esempio, nuovi insediamenti in Cisgiordania e a Gerusalemme Est, oltre al congelamento della decisione di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e al conseguente trasferimento dell'ambasciata Usa in quella città.

Il presidente dell'ANP ha indicato la soluzione dei due Stati come base costitutiva per i negoziati di pace, con uno Stato palestinese che preveda Gerusalemme come capitale con al fianco Israele all'interno dei confini del 4 giugno 1967. Abbas ha anche anticipato che non accetterà soluzioni provvisorie e uno Stato con frontiere temporanee, dicendosi però disponibile ad uno scambio di territorio, in egual valore e quantità, con l'approvazione di entrambe le parti.

Gerusalemme Est sarà una città aperta ai fedeli delle tre religioni monoteiste, una garanzia per la sicurezza dei due Stati senza compromettere la sovranità di entrambi attraverso la nomina di un arbitro internazionale. Inoltre Abbas ha ricordato anche che il piano dovrà prevedere una soluzione giusta e concordata per la questione dei rifugiati palestinesi, cui dovrà continuare ad essere fornito il sostegno dell'UNRWA finché non si arrivi alla soluzione del problema.

Abbas ha infine affermato che è pronto ad andare al di là di delle proposte elencate se ciò servisse a salvaguardare i diritti del popolo palestinese, ma allo stesso tempo ha aggiunto che non si smuoverà di un millimetro se gli verrà chiesto di venir meno a tali diritti.

Il presidente Abbas ha chiuso il suo intervento dichiarando che quanto concordato con Israele verrà successivamente sottoposto al giudizio del popolo palestinese, con un referendum.

L'ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite Nikki Haley, nel corso della stessa riunione, ha detto al presidente palestinese che i negoziatori americani seduti dietro di lei sono pronti a dialogare, ma non alle condizioni indicate da Abbas.

Dietro la Haley siedevano Jared Kushner, genero del presidente degli Stati Uniti Donald Trump, e l'inviato Usa nel Medio Oriente Jason Greenblatt. Kushner e Greenblatt stanno lavorando ad un piano di pace di cui ancora non si conoscono tempi di presentazione e contenuti.

Mahmoud Abbas è uscito dalla sala dove si teneva la riunione nel momento in cui l'ambasciatore Haley ha preso la parola.