Come ha ricordato all'AGI un paio di anni fa, in quel tempo Andrea Purgatori lavorava nella redazione romana del Corriere. La sera del 27 giugno 1980, un'ora dopo che il DC-9 dell'Itavia proveniente da Bologna e diretto a Palermo era scomparso dai radar, ricevette una telefonata da una sua fonte, un controllore di volo del centro di controllo di Ciampino, in cui gli diceva che era convinto che l'aereo fosse stato abbattuto. 

"In quel periodo al Corriere mi stavo occupando anche di sicurezza del volo, di incidenti aerei e del delicato processo della smilitarizzazione dei controllori di volo: avevano dei giornalisti di cui si fidavano, io ero uno di quelli, per questo fui contattato", precisò Purgatori.

Per quella che nel corso degli anni si è poi rivelata una intuizione più che esatta (oppure era semplicemente una confessione?), Purgatori è divenuto uno dei più accaniti cronisti alla ricerca della verità sulla strage di Ustica. Fu lui il primo, dall'Inghilterra, a rivelare che le analisi sulle tracce radar (quelle che non erano state distrutte) delle antenne che controllavano il traffico aereo in quel tratto di Mediterraneo dimostravano le evidenze di un depistaggio da parte dei vertici dell'aeronautica su quanto era accaduto nel cielo sopra Ustica.

Un depistaggio che i politici del tempo difendevano con le unghie e con i denti, e tra costoro, ad esempio, l'attuale senatore e (per fortuna) mancato presidente della Repubblica, Pierferdinando Casini che in tv - al di là di ogni logica - sosteneva cocciutamente la tesi che il DC-9 fosse stato vittima di una bomba piazzata al suo interno o che l'aereo fosse esploso per un danno strutturale. Doveva difendere la linea del partito, la Democrazia Cristiana, e quella che era al momento la tesi meno sconveniente per il Governo... e lo faceva "fregandosene" del diritto alla verità e alla giustizia dei parenti delle vittime. Gli interessi del partito, del Governo e dell'occidente prima di tutto.

Dopo 42 anni di quella che è inevitabilmente diventata l'ennesima strage di Stato (in cui stavolta i nostri premurosi Servizi segreti si sono limitati "solo" a nascondere la verità), abbiamo solo un quadro parziale. Sappiamo che il DC-9 è stato abbattuto da un caccia francese o americano che voleva abbattere un caccia libico, forse pensando di eliminare Gheddafi o forse per dare un avvertimento all'Italia per i suoi rapporti con la Libia, non proprio in linea con il dettato degli "alleati". 

Quale sia la verità non lo sapremo mai, perché Francia e Stati Uniti si guardano bene dal collaborare, ma di fatto quel DC-9 si trovò in mezzo ad un attacco aereo e ne rimase vittima... insieme alle persone che erano a bordo.

La politica, dopo tutti questi anni, continua ipocritamente con i suoi rinnovati protagonisti a chiedere chiarezza. Questo un florilegio delle lamentazioni odierne.

Giuseppe Conte 
Il diritto all'interruzione di gravidanza è da annoverare tra le conquiste sociali su cui non è possibile fare passi indietro. Non sono ammissibili derive oscurantiste che mettono a rischio la libertà di scelta di ogni donna. Quanto sta accadendo negli Stati Uniti dopo la sentenza della Corte Suprema, con sette Stati che si sono già attivati per precludere questa possibilità, è allarmante. Ognuno è libero di avere un proprio pensiero personale sul punto, e di agire sulla base delle proprie convinzioni, ma vedere alcuni esponenti politici italiani che festeggiano mentre milioni di donne si ritrovano private di questa possibilità deve far riflettere. In Italia la legge 194 garantisce, ormai dal 1978, questa facoltà, offrendo una soluzione equilibrata. Non permetteremo che venga posta in discussione. Non consentiremo un ritorno al passato.

Ettore Rosato
Sono trascorsi 42 anni da quella terribile sera di inizio estate in cui 81persone, che viaggiavano a bordo di un Dc9 dell'Itavia che volava da Bologna a Palermo, persero la vita. Una ferita che ha segnato la storia del nostro Paese e che ancora oggi ha bisogno di verità. Fare luce su quanto accaduto è un dovere ed un impegno che abbiamo, la dobbiamo alle vittime, ai loro parenti - a cui va il mio abbraccio - agli italiani.

Enrico Letta Il 27giugno 1980 la strage di Ustica. I familiari delle vittime attendono ancora #verità e #giustizia. Dopo troppi depistaggi. Un atto di guerra nei cieli italiani ha ucciso 81 innocenti. Ora massimo impegno a livello internazionale per fare piena luce sulle responsabilità.

Roberto Fico
Ricordare la strage di Ustica oggi significa ribadire con forza la richiesta di verità e giustizia, contro ogni depistaggio, contro ogni falsità. E ribadire l'impegno delle istituzioni per l'accertamento di ogni singolo aspetto di quanto avvenne quella notte nei cieli italiani. A 42 anni da quel 27 giugno rivolgo un doveroso omaggio alle 81 vittime. La mia sentita vicinanza va alle famiglie di chi perse la vita, che con forza hanno mantenuto viva la memoria e la richiesta di verità. A loro va la nostra gratitudine per aver difeso i valori della nostra Repubblica.

Luigi Manconi
Tutto il mio affetto e la mia stima per Daria Bonfietti e per le donne e gli uomini dell'Associazione dei parenti delle vittime di Ustica che, a distanza di 42 anni, si battono ancora per la verità.

Luca Zaia
Oggi, 42 anni fa, il DC9 Itavia, partito da Bologna e diretto a Palermo, si disintegrò e cadde in mare, avvenimento che prese poi il nome di tragedia di #Ustica. A bordo del volo, la cui distruzione ad oggi non ha né colpevoli né cause certe, c'erano 81 persone, di cui 18 veneti, ma solo 39 corpi furono ritrovati. Per tener viva la memoria in nome delle famiglie dei sopravvissuti che attendono giustizia è possibile: visitare il “Museo per la Memoria di Ustica” (www.museomemoriaustica.it) dove è conservato il relitto del DC9 ricostruito con tutti i pezzi dell'aereo rinvenuti in mare, più alcuni effetti personali recuperati; consultare il sito www.stragediustica.info gestito Linda Lachina di Montegrotto (PD), figlia di Giuseppe e Giulia Reina periti nella strage, che si occupa di tener vivo il ricordo di quegli italiani troppo spesso dimenticati.

Queste persone, direttamente o indirettamente, insieme ai loro colleghi, sia di destra che di sinistra, hanno governato l'Italia negli ultimi venti anni. Se avessero realmente voluto fare luce sulla strage, avrebbero potuto desecretare tutto quanto la riguardava. Così non è stato, a parte, documenti di nessun valore.

Per questo, oggi, da parte loro sarebbe stato molto più dignitoso tacere.