Non è indicato nell'agenda delle attività di Papa Francesco, pubblicata dalla Sala stampa vaticana, ma in ogni caso lunedì 5 febbraio il presidente turco Tayyip Erdogan sarà ricevuto in udienza nella biblioteca del Palazzo apostolico vaticano. Nella stessa giornata, Erdogan sarà ricevuto anche a Palazzo Chigi dal presidente del Consiglio Paolo Gentiloni.

Che i colloqui tratteranno anche della guerra con i curdi è più che probabile. Che questo possa avere una qualche influenza sulle decisioni di Erdogan al riguardo, già da adesso, è impossibile crederlo, come anche una presa di posizione ufficiale che sia critica nei confronti della Turchia da parte dell'Italia e del Vaticano. La visita in Italia, compresa quella al Papa, era programmata prima dell'invasione del nord della Siria da parte dell'esercito turco. Pertanto, quanto accaduto si aggiungerà agli argomenti in programma.

A causa di questo appuntamento, la scorsa settimana Papa Franceso non aveva fatto menzione, come di solito avviene dopo l'Angelus, della guerra lanciata dalla Turchia. Adesso ne è chiaro il motivo. Con il Papa, Erdogan parlerà anche di migranti e del conflitto tra israeliani e palestinesi, argomento su cui Gerusalemme capitale avrà il ruolo predominante.

Con i vertici delle istituzioni italiane - Erdogan incontrerà oltre che Gentiloni anche il presidente della Republica Mattarella - l'incontro verterà anche su questioni economiche, vista l'annunciata presenza di alcuni imprenditori.

Sulla visita di Erdogan si è espressa in maniera critica Rete Kurdistan Italia, composta da associazioni, gruppi informali, giornalisti, avvocati, operatori sociali, sindacalisti, attivisti che nei vari territori fanno informazione e sostengono progetti di cooperazione con le regioni del Kurdistan.

"Sembra incredibile - ha dichiarato in un comunicato - che nessuno abbia messo in discussione questo incontro. Nemmeno papa Francesco così spesso preoccupato, a parole, della pace e della giustizia nel mondo. Sembra incredibile che non ci sia una critica sui media sull’opportunità di questa visita... anche da parte del capo di Stato Mattarella, più volte dichiaratosi antifascista, così come del governo dimissionario che legittima di fatto una visita di Stato da parte di un criminale di guerra, addirittura mentre è in atto un genocidio. Sembra incredibile che non ci sia una ferma presa di posizione di nessuno dei partiti politici, troppo impegnati con la campagna elettorale."

La visita di Erdogan, proprio in conseguenza dell'attacco ai curdi, prevede un piano di sicurezza che vedrà l'impiego di 3500 unità delle forze dell'ordine che impediranno l'accesso ad alcune zone di Roma per evitare manifestazioni di protesta dove sono previsti incontri e trasferimenti del presidente turco.

Nel frattempo, mentre la guerra nell'area di Afrin prosegue con indicazioni contrastanti - ma non possono che essere pessimistiche - sul numero delle vittime anche tra i civili, in Turchia, nonostante il regime dittatoriale imposto da Erdogan, non mancano le voci critiche. La locale Associazione dei medici si è espressa contro l'intervento e come risultato 11 dei suoi membri anziani, compreso il presidente, sono stati arrestati.

A quegli arresti se ne sono poi aggiunti altri, a partire da venerdì, per dichiarazioni di appoggio alla presa di posizione dell'Associazione dei medici, anche se espresse via social.