Sull'assassinio di Regeni continua la querelle tra Italia ed Egitto. Rispetto alla versione fornita dalle autorità egiziane, il governo italiano ha espresso dichiarazioni sibilline e prudenti anche tramite le parole dello stesso presidente del consiglio Matteo Renzi, molto più decisionista e perentorio in altre occasioni.

Gli inquirenti italiani sono stati meno vaghi, ma si sono limitati a commentare gli elementi definendoli  contraddittori e non convicenti, senza esprimere giudizi lapidari.

I partiti di opposizione chiedono di essere aggiornati sulla vicenda in via ufficiale, in Parlamento, e pretendono che il Governo esprima un'opinione chiara nei confronti di quella che ritengono una versione di comodo ed un'offesa ai familiari di Giulio Regeni.

Per quanto riguarda la storia fornita dagli egiziani, La Repubblica cita un'indiscrezione proveniente da fonti investigative, pubblicata dal quotidiano Al Masry Al Youm, secondo la quale la moglie e la sorella di Tarek Abdel Fatah, il capo della banda specializzata in sequestri e rapine a danno di stranieri,  avrebbero  smentito gli inquirenti egiziani negando che la borsa rossa in cui sono stati ritrovati alcuni degli effetti personali di Regeni fosse appartenuta al ricercatore italiano e che la banda di suo marito lo abbia assassinato.

Questo nuovo elemento, se confermato ufficialmente, andrebbe ad aggiungersi agli altri interrogativi che fanno ritenere la versione ufficiale fornita dagli egiziani sempre di più una versione di comodo.