Martedì al Senato,  durante l'audizione in commissione Giustizia del Senato, sulle linee programmatiche del suo Dicasteroil ministro della Giustizia Nordio ha annunciato riforme in relazione ai procedimenti giudiziari di natura penale... a partire dalle intercettazioni.

"Proporremo una profonda revisione [delle intercettazioni, ndr]. La presunzione di innocenza è stata e continua a essere vulnerata in molti modi: l'uso eccessivo e strumentale delle intercettazioni, la loro oculata selezione con la diffusione pilotata, l'azione penale diventata arbitraria e quasi capricciosa, l'adozione della custodia cautelare come strumento di pressione investigativa, lo snaturamento dell'informazione di garanzia diventata condanna mediatica anticipata e persino strumento di estromissione degli avversari politici. ...Per quanto riguarda l'onore e la libertà di comunicazione del cittadino, in Italia il numero di intercettazioni telefoniche, ambientali, direzionali, telematiche, fino al trojan e un domani chissà quali altri strumenti, è di gran lunga superiore alla media europea, e ancor più rispetto a quello dei paesi anglosassoni. Il loro costo è elevatissimo, con centinaia di milioni di euro l'anno. Gran parte di queste si fanno sulla base di semplici sospetti, e non concludono nulla. Non si è mai vista, e parlo per 40 anni della procura della Repubblica, una condanna inflitta sulla sola base delle intercettazioni, che dovrebbero esser un mezzo di ricerca della prova, mentre sono diventate uno strumento di prova, come tale assai fragile, che si dissolve davanti al contradditorio dibattimentale, in un contesto processuale dove possono addirittura emergere omissioni ed errori di trascrizione delle stesse intercettazioni.[Le intercettazioni] costituiscono, inoltre, un pericolo per la riservatezza e l'onore delle persone coinvolte, che spesso non sono nemmeno indagate. La loro diffusione, talvolta selezionata e magari pilotata, costituisce uno strumento micidiale di delegittimazione personale e spesso politica. Si tratta di sostanziali violazioni, quasi blasfeme, dell'articolo 15 della Costituzione, che fissa la segretezza delle comunicazioni come interfaccia della libertà. Pascal diceva che se tutti sapessero quello che noi diciamo degli altri, non avremmo un amico. Il voto è segreto perché è libero, senza segretezza non esiste libertà. Quindi, ne proporremo una profonda revisione, e comunque vigileremo in modo molto rigoroso su ogni diffusione che sia arbitraria o impropria".

Nordio si è poi espresso sulla separazione delle carriere.

"C'è l'esigenza di una separazione vera tra pm e giudice che non sussisteva 40 anni fa perché l'ordinamento e i codici di procedura penale erano differenti: la polizia giudiziaria svolgeva le indagini con un margine di autonomia e a conclusione ne consegnava gli esiti al pm che era il coordinatore delle indagini, colui che garantiva un filtro di giuridicità e legittimità nella trasmissione al giudice di ciò che meritava di essere sottoposto a giudizio. Così si giustificava l'appartenenza del giudice e del pm allo stesso ordine giudiziario, con il codice di procedura penale il cambiamento è stato sostanziale. Il pm svolge un ruolo completamente diverso dal giudice e quindi non ha senso che stia nello stesso ordine. ...Nell'ordinamento anglosassone, la discrezionalità dell'azione penale è vincolata a criteri oggettivi e i magistrati sono tenuti a rispettare il concreto allarme sociale suscitato dai diversi reati e alle probabilità di successo dell'indagine, la sequenza, la priorità di queste indagini. In Italia, al contrario l'obbligatorietà è stata mantenuta ed esprime il dovere del magistrato di procedere ogni qual volta venga a conoscenza di un reato garantendo l'uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge, di fatto si è convertita in un intollerabile arbitrio.Nella gestione di migliaia di fascicoli il pubblico ministero non è in grado per carenza di risorse di occuparsene integralmente e quindi è costretto a una scelta. Non solo, ma può trovare spunti per indagare nei confronti di tutti senza rispondere a nessuno.La gestione dei fascicoli talvolta conferisce alle ambizioni di alcuni magistrati, per fortuna pochi, un'egemonia resa più incisiva dall'assenza di responsabilità in caso di malagestione. Come capo della polizia giudiziaria, infatti, il pm ha una reale autorità esecutiva, ma come magistrato gode della garanzia dei giudici e quindi è svincolato da quei controlli che in ogni democrazia accompagnano e limitano l'esercizio di un potere".

Così Roberto Scarpinato, ex magistrato e parlamentare 5 Stelle, ha commentato le parole del ministro Nordio:

"Per questa maggioranza i delitti contro la Pubblica Amministrazione non sono abbastanza gravi, per tale motivo vogliono escluderli dall’applicazione del meccanismo ostativo, anche in caso di associazione a delinquere finalizzati a commettere gli stessi.Il Ministro Nordio ha valutato i costi economici per il Paese di questo massiccio depotenziamento dell’azione penale?"