Quanto viola ieri in Santa Croce, quanto silenzio ha avvolto la piazza gremita, scrosci di applausi per la Juve, l’odio calcistico messo da parte.
Davide in ebraico vuol dire amato. Per noi sei la luce, queste sono le parole promunciate dal compagno di squadra Badelj, nel ricordare che esempio di Uomo fosse Astori, sempre sorridente... ascoltava, parlava, aiutava, è il fratello il compagno che ognuno di noi vorrebbe.
Il mondo del calcio per tre giorni è stato unito come non ma. Questo è stato possibile solo grazie al Capitano della fiorentina scomparso nella notte 4 marzo a causa di un malore.
I tifosi si sono uniti in un unico colore: quello della bontà, quello dell’umiltà, quello della serenità che un ragazzo di 31 anni è riuscito a trasmettere.
Credo che i nostri figli, debbano vedere, debbano sapere cosa è stato il calcio per tre giorni, quello sport tanto umiliato, e tanto criticato perché espressione di violenza, di aggressività.
Invece il calcio è simbolo di unione, di rispetto... il calcio è lo sport sano quando non si alimentano polemiche, quando dalla stampa, ai dirigenti, ai giocatori si parla tutti una lingua comune.
Ci battiamo tutti i giorni, contro il bullismo, contro la violenza, per l’uguaglianza... spieghiamo e mostriamo cosa è capace di fare uno sport che unisce e non sempre disunisce. Chiediamo ai campioni agli esempi di vita dei nostri dei figli che ieri erano presenti a Firenze, di spiegare ai ragazzi la valenza del nostro calcio, e cosa vuol dire campione, perché lo devi essere anche nella vita non solo in campo.
Il calcio ha dato una lezione che nessun Uomo, nessun presidente fino ad ora aveva dato mai... una lezione di vita.
Ciao Davide, grazie!