Livello di massima allerta anche per i 926 militari italiani impegnati nell'Operazione "Prima Parthica" in Iraq dopo l'uccisione del generale iraniano  Soleiman, a causa di possibili ritorsioni. I militari italiani impegnati a combattere i terroristi del Daesh e ad addestrare le forze di sicurezza locali, sono dispiegati tra Erbil e Baghdad.

L'addestramento che vede in prima linea i militari  dell'Esercito e che si svolge principalmente a Erbil, é stato sospeso per il momento. A Baghdad e a Kirkuk sono invece operativi i militari delle Forze Speciali impegnati nell'addestramento dei militari iracheni e delle forze di sicurezza curde. Sono invece 1.100 i militari italiani in Libano, 300 in Libia a presidiare l'ospedale dei medici italiani a Misurata.

La situazione é una situazione di rischio per i militari come ha spiegato in un'intervista all'Ansa, il Generale Vincenzo Camporini, ex Capo di Stato Maggiore della Difesa e dell'Aeronautica:"Per la prima volta target dei raid USA è stato non un "semplice"terrorista ma un personaggio politico di massimo spessore.

È stata varcata la linea rossa e non sappiamo cosa c'è dietro; è difficile dire cosa succederà ora, ma di sicuro l'Iran dovrà reagire, non può perdere la faccia e "di sicuro non si può escludere che agirà nei confronti delle truppe americane sul terreno, forse, ma le truppe USA sono modeste, oppure contro Israele che è il principale alleato degli Stati Uniti nell'area".

Intanto come richiede la procedura, nelle basi sono state innalzate le misure di sicurezza, gli spostamenti dei militari ridotti al minimo e gli addestramenti in Iraq sono stati sospesi.

È Massima allerta anche nelle basi italiane, come riportato dal quotidiano online "sardiniapost" e da fonti parlamentari: "In tutte le basi aree italiane il livello di allarme sarebbe massimo in relazione alla crisi libica."

Un'allerta che vede l'aeroporto militare di Decimomannu in prima linea: è qui infatti che si addestrano le forze NATO ed inoltre"ha una grande capacità logistica, potendo ospitare oltre 100 mezzi, tra cargo, Caccia ed elicotteri. La Base, una delle più estese d'Italia, dal 1970 è un Reparto Sperimentale e di Standardizzazione al tiro Aereo.

Pronti ad entrare in azione sempre come riportato dal quotidiano "sardiniapost" anche gli Stormi di Trapani e di Goia del Colle (Bari) con gli F-16 e gli Eurofighter: è da qui infatti che decollano i Caccia per intercettare i velivoli che potrebbero violare lo spazio aereo italiano senza autorizzazione. Inoltre pare che "una quota consistente degli elicotteri delle basi italiane avrebbe ricevuto l'ordine di muoversi verso Sud". Una situazione di massima allerta che sta tenendo  il mondo con il fiato sospeso.