"Non compete a questo Consiglio valutare e men che mai decretare l'efficacia terapeutica dell'idrossiclorochina nel contrasto al SARS-CoV-2 in una fase iniziale della malattia, proprio per i limiti connaturati al suo sindacato giurisdizionale, ma questo Consiglio ha il dovere di rilevare che la perdurante incertezza circa la sua efficacia terapeutica, ammessa dalla stessa AIFA [Agenzia Italiana del Farmaco, ndr] a giustificazione dell'ulteriore valutazione in studi clinici randomizzati, non è ragione sufficiente sul piano giuridico a giustificare l'irragionevole sospensione del suo utilizzo sul territorio nazionale da parte dei medici curanti in base ad una conclusione – la totale definitiva inefficacia del farmaco sotto ogni aspetto, anche immunomodulatorio – che, allo stato delle conoscenze e della ricerche tuttora parziali e provvisorie, sembra radicale e prematura già a livello scientifico".
Questo è quanto riportato in uno dei paragrafi dell'ordinanza cautelare redatta dalla camera di consiglio composta da Franco Frattini (Presidente), Giulio Veltri (Consigliere), Massimiliano Noccelli (Consigliere, Estensore), Giovanni Pescatore (Consigliere) e Giulia Ferrari (Consigliere) del Consiglio di Stato (Sezione Terza) in relazione al ricorso proposto dal dott. Antonio Marfella insieme ad altri suoi colleghi, rappresentati e difesi dall'Avvocato Erich Grimaldi, contro Aifa e ministero della Salute per la sospensione dell'autorizzazione all'utilizzo off label di idrossiclorochina per il trattamento della Covid-19 al di fuori degli studi clinici.
I ricorrenti da mesi pretendono di utilizzare l'idrossiclorochina come farmaco anti Covid. L'Aifa, sulla base delle sperimentazioni finora effettuate anche da altri Paesi sulla reale efficacia di tale farmaco per curare i malati Covid e sulla base delle controindicazioni collegate al suo utilizzo, ha prima sconsigliato l'uso di idrossiclorochina e, successivamente, lo ha tolto dall'elenco dei farmaci da utilizzare come cura per i pazienti Covid.
L'ordinanza cautelare del Consiglio di Stato, pubblicata l'11 dicembre, ribalta la decisione dell'Aifa e ne consente l'utilizzo.
Qual è la ratio della decisione? Poiché l'Aifa non è assolutamente certa che l'idrossiclorochina faccia male ai pazienti Covid, secondo i giudici non è pertanto da escludere che possa essere d'aiuto per curarli. Quindi, senza entrare sul piano scientifico (così loro hanno sostenuto), hanno deciso che, sussistendo tale condizione, negarne l'uso ai medici che la vogliono utilizzare equivarrebbe negar loro l'applicazione delle loro competenze.
Quindi, finché l'Aifa non potrà dimostrare con tutte le evidenze del caso che l'idrossiclorochina è sicuramente inefficace e oltretutto dannosa per curare la Covid, i medici che vogliono farne uso in tal senso sono liberi di farlo... naturalmente a loro rischio.
Quello che però lascia perplessi, anche in base al principio di precauzione, è se tale ordinanza, oltre a tutelare i diritti costituzionali dei ricorrenti, tuteli al tempo stesso anche il diritto alla salute dei loro assistiti... anch'esso riconosciuto dalla Costituzione.
Altri giudici, comunque, prossimamente avranno la possibilità di farcelo sapere, visto che sull'argomento saranno chiamati ad emettere una sentenza.
L'idrossiclorochina, vai a capire il perché, è diventata a livello mondiale il farmaco simbolo dei politici di estrema destra, quelli che negano o minimizzano la pericolosità della pandemia da coronavirus e che cercano di spacciarla come cura definitiva per la Covid. In Italia, il loro rappresentante è Matteo Salvini che, pertanto, ha accolto la notizia odierna commentandola in questi termini:
"Il Consiglio di Stato ha detto sì all'utilizzo dell'idrossiclorochina, è una notizia che molti medici stavano attendendo. Tra gli altri, ricordiamo il dott. Luigi Cavanna che a Piacenza somministrando precocemente questo farmaco ha trattato con successo molti pazienti affetti da Covid, casa per casa, riducendo gli accessi all'ospedale e guadagnandosi anche fama internazionale per il suo impegno medico e umano".