La farsa continua purtroppo. Si blatera di politica e di democrazia per giustificare la rampogna verso il premier Conte. All’improvviso un “pagliaccio di corte” diventa l’eroe che salva il Paese dall’immane rovina che lo sta per travolgere e i suoi compari dell’opposizione lo sostengono eroicamente: le ragioni del centro destra (che di centro non ha nulla) sono supportate dal principale fautore dell’attuale maggioranza da lui stesso mandata in crisi e ridicolizzata. La strana e indecorosa scena al Senato di Salvini che si complimenta con Renzi ha evocato in me l’immagine di due galli nello stesso pollaio che amministrano le galline in armonia (per non finire in pentola).
Chi si ostina a dire che questa è una crisi “inspiegabile” lo fa per non parlare delle squallide ragioni che l’hanno determinata, le stesse ragioni che guidano la destra e la sinistra contro il M5S per creare divisioni e decapitare il premier Conte. I “segnali” come li definiscono i mestieranti consumati della "politica" sono chiari ed è chiaro il “modus agendi”: nel 2019 Salvini aveva mandato in crisi il governo e lasciava Conte e i 5S con il cerino in mano: questa è stata la prima “spallata” assorbita e superata dal Movimento. Oggi il premier Conte e il M5S devono subire l’oltraggio di soggiacere alle manovre destabilizzanti di un temerario in malafede in cerca gloria, sorretto da una parte del PD e sponsorizzato dalla destra: Renzi tale operazione l’aveva programmata sin dall’inizio. Le ragioni sono semplici: il M5S è una forza destabilizzante per il sistema corruttivo che gestisce da decenni l’amministrazione pubblica e garantirsi l’intoccabilità; mettere le mani sui fondi europei deliberati dalla Comunità Europea per la ripresa economica dei Paesi membri messi in gravi difficoltà dalla pandemia.
Prendiamo il caso del ministro Toninelli. Divenendo ministro per le infrastrutture aveva le chiavi del forziere pubblico e ciò era intollerabile sia per la destra che per la sinistra; in secundis, il crollo del ponte Morandi aveva aperto uno dei tanti vasi di Pandora conservati gelosamente nel suo ministero e aveva gettato luce sulla gestione criminale delle autostrade. Valutata la situazione chiedeva la revoca del contratto di concessione, ne rendeva pubblico il suo contenuto al fine di informare i cittadini dello scandaloso dispositivo e faceva partire i controlli di qualità sui punti strategici della rete autostradale che immediatamente evidenziavano gravissime carenze, truffe e complicità per questo veniva “messo alla gogna” mediatica ed eliminato mentre i Benetton continuano a lucrare indisturbatamente sulla pelle degli italiani: spero di sbagliarmi ma ho la netta sensazione che sia la destra che il PD hanno “garantito” ai Benetton il mantenimento della concessione comunque sarà la storia a rispondere al quesito.
E’ stato ricostruito il ponte di Genova in due anni, il grande mago Toti si è sbrigato ma stranamente da un costo iniziale di 30 milioni di euro siamo arrivati a 130 milioni: un tal “macroscopico errore” di calcolo non è accettabile eppure tale notizia ha ricevuto un solo articolo in cronaca, sarebbe il caso che vengano analizzati con cura tutti i capitolati di spesa aggiuntiva. Non vorrei sbagliarmi ma vuoi vedere che alla fine i 100 milioni finiranno sulle spalle degli italiani? Se questo è il futuro che stanno predisponendo per le nuove generazioni per prudenza sarebbe il caso di iniziare a preparargli le valigie.
Altra coalizione, stessa sceneggiatura: questa volta occorre eliminare il ministro Bonafede con la “sua” legge sull’interruzione della prescrizione e così è stato fatto. Palamara è solo la punta di un iceberg pericolosissimo che “naviga” nelle acque di una democrazia alla deriva.
Se Salvini è figlio dello spocchioso secessionismo razzista della Lega che sputava e continua a sputare su due terzi dello Stato italiano (popolazioni comprese) ma lo depreda a suo comodo (mi domando perché la magistratura e la GdF non trovano i 49 milioni di euro sottratti alle famiglie, alla scuola, alla sanità pubblica e accorda alla Lega un rimborso del maltolto “a babbo morto” - 80 anni - escluso il danno all’erario e gli interessi) Renzi è figlio del "capitalismo rosso" che usa la stessa logica, gli stessi metodi e persegue le stesse finalità con l'arroganza di chi si è seduto alla "tavola" del potere e partecipa alla partita di pocker.
Parliamo di Conte: è stato usato per ottenere i fondi europei – da 176 miliardi è riuscito ad ottenerne 209 – ma non li deve amministrare. Ci vogliono i Renzi, i Salvini, i Berlusconi, la Meloni e vari altri fino ad arrivare a Draghi per gestire questo fiume di denaro che soprattutto deve rimpinguare le esauste casse dell’imprenditoria settentrionale sempre affamata di fondi pubblici. La voce del padrone si è fatta sentire e i servi ubbidiscono: la Confindustria pretende che lo Stato non interferisca nelle sue attività (vedi Autostrade per l’Italia) di rimando gli imprenditori evadono il fisco, chiedono ed ottengono sempre benefici e sgravi fiscali; licenziano a loro piacimento; usando i soldi pubblici hanno dislocato la gran parte dei loro impianti nei paesi poveri per realizzare maggiori profitti sfruttando gli indifesi offrendo loro quel poco per farli sopravvivere; ottengono dai loro galoppini piazzati al Parlamento leggi ad hoc per gestire al meglio i loro interessi personali; attingono a piene mani nelle risorse pubbliche impoverendo sempre più la collettività; ottengono appalti di opere pubbliche che realizzano male, risparmiando sui materiali, le consegnano a “babbo morto” se non le abbandonano incomplete a marcire o non le iniziano affatto (vedi l’inutile ponte sullo stretto di Messina che la collettività paga ingenti penali alle ditte appaltatrici e nessuno spedisce il conto a Berlusconi per questa “canata”); sono prive di controlli; molte risultano piene di difetti strutturali, ecc., ecc. .
Ma la mattanza ha continuato colpendo altre persone oneste del M5S, prendiamo l’ex sindaco di Torino Chiara Appendino condannata penalmente per una caparra di 5 milioni di euro ricevuta da Piero Fassino per acquisire un diritto di prelazione evitando di partecipare ad una gara d’appalto e appiccicata come reato penale all'Appendino che non c’entrava per nulla ma la ciliegina sulla torta è la condanna ad un anno e mezzo per i disordini accaduti in piazza San Carlo durante la proiezione di una partita di calcio: alcuni criminali hanno provocato panico tra gli astanti utilizzando spray al peperoncino, vi furono due morti e numerosi feriti: un sindaco non è responsabile dell’ordine pubblico e, nel caso specifico, tale disgrazia è stata provocata da delinquenti che sono stati individuati e condannati. Utilizzando lo stesso criterio dovevano essere condannate le stesse forze dell’ordine presenti nella piazza perché non sono state in grado di prevenire la disgrazia; gli organizzatori della manifestazione; i vigili urbani.
Ustica, piazza Fontana, la stazione di Bologna e via dicendo. come mai la magistratura non riesce ad individuare i responsabili istituzionali? Si ricoverano gli infetti da corona virus nelle RSA provocando delle stragi tra gli anziani e la magistratura ci pensa bene prima di formulare delle accuse e intanto il tempo passa e la prescrizione si avvicina sempre di più mentre una persona onesta come Chiara Appendino è facile colpirla e togliersela dai piedi con delle condanne che hanno sapore di beffa.
Se Toninelli e Bonafede incarnavano un impedimento concreto alla prosecuzione dello scempio di Stato, il premier Conte rappresenta ciò che vi è più odioso agli occhi di Salvini, Berlusconi, Renzi & C..
Un perfetto sconosciuto che si mette a lavorare seriamente per cambiare le regole del gioco imposte dalla partitocrazia per decenni è inaccettabile!
È stato sistematicamente offeso e umiliato ma da persona cosciente della propria dignità ha evitato di sprecare energie non cadendo nella trappola delle polemiche e delle provocazioni e quando ha risposto lo ha fatto senza scendere ai bassi livelli di chi lo denigrava. Si è costruito un’esperienza lavorando duramente, facendo fronte a problematiche di una gravità eccezionale come la pandemia in corso mantenendo in equilibrio i rapporti sociali interni al Paese scegliendo di proteggere i deboli invece di sacrificarli, ha provveduto come meglio poteva a proteggere la produttività avendo ricevuto uno Stato svuotato di ogni risorsa dalle scelte parassitarie dei governi passati. All’inizio del suo mandato è stato insultato persino dal ministro svedese che lo credeva l’ultimo acquisto di “merce avariata” di questo Paese.
Lavorando seriamente per gli italiani la Comunità Europea lo ha eletto garante del buon fine dell’enorme capitale che gli ha accordato, 209 miliardi di euro da impiegare per la rinascita economica, culturale e ambientale di questo Paese ma purtroppo ha il veto dei Salvini, Renzi, Confindustria & C. che vogliono destinare tali risorse dove fa loro più comodo.
Conte non ha clienti da soddisfare, il M5S non compra voti ne ha cambiali in scadenza e non ne vuole avere ma l’onestà in questo Paese paga con la calunnia, la diffamazione, l’insulto, l’umiliazione e l’annientamento.
Renzi non desiste dalla sua opera distruttiva e così ha lanciato il boccone avvelenato ai 5S, se lo mangiano, pur rimanendo al governo, hanno chiuso la loro stagione di rinnovamento. Ma Renzi, Salvini & C. facciano attenzione perché il loro vero ostacolo è la Comunità Europea che ha puntato sul premier Conte perché è diverso da loro ed è l’unico ad offrire garanzie sulla corretta destinazione del Recovery Fund. I tedeschi, i francesi e il resto dei paesi europei non sono nostri amici, ci hanno sabotato in tutte le maniere e usando la sfilza dei mercenari con i quali hanno trattato finora guadagnandoci bene entrambi, hanno destrutturato economicamente l’intero Paese e lo stanno riportato gradualmente indietro di 70 anni. Oggi questi stessi stati europei sono coinvolti direttamente in un rapporto di debito solidale per questo pretendono norme sulla prescrizione e la corruzione, una task force che lavori correttamente e che deve rispondere al capo del governo pro tempore che ne ha la responsabilità. Il premier Conte deve essere buttato fuori perché la gestione del Recovery Fund non deve passare per le sue mani.
Se i paesi membri non si sentiranno pienamente garantiti difficilmente i soldi arriveranno e uno Stato ridotto ai minimi termini come il nostro, in preda ad una pandemia è destinato a scomparire definitivamente nell’abisso del debito pubblico. Renzi, Salvini, Meloni, Berlusconi & C. non potranno ricattare lo schieramento compatto dei paesi membri che non hanno mai condiviso e mal sopportato la loro “politica”. Chi pagherà il prezzo di questa folle visione egoistica dell’amministrazione della cosa pubblica sarà la collettività intera, cadranno prima i più deboli ma anche i forti non saranno risparmiati. Ah, dimenticavo! Alla fine della storia a Renzi gli sarà riconosciuto l’onore di aver disintegrato anche il PD. Se a suo tempo Berlusconi l’avesse saputo…