La battaglia del mezzogiorno tra assistenzialismo e sviluppo
Anche queste elezioni, come già quelle del 2018, molto probabilmente si decideranno al Sud. Secondo le stime il movimento cinque stelle di Conte starebbe recuperando consensi, grazie alla tanto criticata misura del reddito di cittadinanza, a cui i contiani si stanno aggrappando con gli artigli, evidentemente per mancanza di altri argomenti forti.
Ma se si analizza bene la questione, ci si accorge che ci si trova di fronte all'ennesimo tentativo di assistenzialismo, che ha contraddistinto in negativo la storia del sud dal dopoguerra ad oggi. Il reddito di cittadinanza cosi come è stato concepito non è altro che una misura data a pioggia, alla stregua dei vari fondi erogati dalla Cassa per decenni e finiti in progetti dimenticati o peggio in mano alla malavita organizzata, senza risolvere un solo problema dei tanti che affliggono il meridione d'Italia.
Quello che dice la Meloni, che al sud, malgrado quello che si vuol far credere, sta comunque facendo comizi gremiti all'inverosimile, è quello di non girare le spalle ai poveri, come furbescamente Giuseppe Conte cerca di far intendere, ma quello di costruire una misura che aiuti chi non può, per diverse ragioni, lavorare ( che secondo la proposta del centrodestra deve essere aiutato anche con un contributo maggiore di quello del Rdc) con il sostegno statale, e creare le condizioni affinché per gli altri si creino le condizioni per offrire opportunità di lavoro. Creazione di una seria formazione al lavoro ( cosa di cui si parla da molto tempo ma su quasi nessuno ha mai fatto nulla), centri di impego che servano soprattutto per orientare, oltre che offrire un lavoro, chi è in cerca di lavoro ed indirizzarlo verso un percorso formativo che possa sfociare in un posto di lavoro
"Dicono che FdI voglia colpire i poveri perché siamo contro il Reddito, lo dicono ricchi individui in abiti costosi, professoroni che non sono mai usciti dai quartieri bene delle grandi città, artisti pluri milionari dai jet privati... Lo dicono a noi che qualcosa sulle povertà lo abbiamo imparato sulla nostra pelle",
ha detto di recente ad un comizio la Meloni che propone nel suo programma un progetto di decontribuzione ed incentivi alle imprese per porre in essere le condizioni ideali per creare nuovi posti di lavoro, e dare alle persone la dignità del lavoro, e non la "paghetta di stato".
Quello che invece sembra proporre il movimento cinque stelle, e dietro di lui il Pd è quello di mantenere ben saldo il caposaldo del reddito di cittadinanza, che è una misura che costa 9 miliardi di euro all'anno e che non è servita a creare nuovi posti di lavoro, ma solo assistenzialismo, che spesso come in passato sfocia in comportamenti illegittimi se non criminali. Ha gioco Facile Giuseppe Conte che ormai sul sud che è diventato la sua linea del Piave si sta giocando tutte le sue carte, che sono in una sorta di all in puntate proprio sul Rdc.
Il Pd cerca di andare dietro ai cinque stelle ma sa bene di aver perso anche la battaglia al sud, che ha letteralmente affidato al viceré della Campania, Vincenzo De Luca, che sull'assistenzialismo ha costruito buona parte del suo ancora largo consenso. Ma per il sud questo sembra non bastare più e se uno zoccolo duro di ricettori di reddito voteranno compatti i 5s, perché nulla cambi su quel fronte (sai che bello stare in panciolle con 700 euro che magari arrotondi con qualche lavoretto in nero?). Il centrodestra sembra provare invece a cambiare questo stallo che dura da decenni e che deprime il sud e zavorra il nord più produttivo del paese. Forza Italia e Fratelli d'Italia sono partiti da sempre molto forti proprio al sud, e che sul sud, sentendo ancora le parole della candidata premier Giorgia Meloni, stanno puntando affinché il rilancio del paese non prescinda da uno sviluppo reale della sua parte più depressa. E giusto per dare anche un assist all'alleato della Lega puntando anche su più autonomia.
"Sosteniamo da sempre l’autonomia regionale in un quadro dalla coesione nazionale e il programma comune del centrodestra ne è l’ultima conferma. È scritto nero su bianco: vogliamo coniugare il presidenzialismo con l’attuazione del percorso avviato per il riconoscimento delle autonomie e i meccanismi di perequazione previsti dalla Costituzione, esattamente per dare risposte ai territori che hanno bisogno di più sostegno. L’autonomia regionale – continua – è un valore aggiunto perché consente di responsabilizzare le amministrazioni regionali e di avvicinare il potere decisionale ai cittadini. Ma spetta comunque allo Stato garantire, così dice la Costituzione, i livelli essenziali dei servizi. Se il Mezzogiorno sarà in grado di realizzare gli interventi e colmare il gap non ha niente da temere. In caso contrario lo Stato non potrà abbandonare i cittadini. Noi ci muoviamo esattamente in questa direzione", Meloni dixit.
Ora tocca agli abitanti del sud scegliere, come dice Letta, ma su fatti concreti e reali, come bollette e lavoro, e non sulla base di ipotetiche alleanze internazionali o di fedeltà o meno all'idea di Europa o all'atlantismo (che nessuno francamente, tranne forse qualche alleato di letta, sembra aver mai discusso).